L’esterno portoghese: “Ho più opportunità da quando c’è Tudor. Alla Juve si gioca per vincere”
L’ italiano è ancora acerbo (“Lo capisco però non lo parlo”) ma dietro a una coltre di timidezza s’intravede un ragazzo che sa quello che vuole. Alberto Costa è arrivato alla Juve a gennaio e a lungo è stato un oggetto misterioso: 6 panchine di fila e appena 96 minuti giocati in totale con Thiago Motta tra campionato e Coppa Italia, con Igor Tudor ha svoltato nel finale di stagione, prendendosi la corsia di destra. “È giovane e ha bisogno di ambientarsi ma vedrete che vi sorprenderà: fidatevi di me”, assicurava Cristiano Giuntoli a chi nutriva dubbi sui 12 milioni versati al Vitoria Guimaraes per portarlo a Torino. E aveva ragione, perché il terzino portoghese, intuizione felice dell’ex direttore tecnico che lo vide per la prima volta dal vivo contro la Fiorentina in Conference League e se ne innamorò, è una delle novelle più liete del Mondiale per Club: due partite su due da titolare negli Usa e la sensazione che il meglio debba ancora arrivare.