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Addio a Karl Heinz Schnellinger: un Campionissimo ed un grande Uomo. Ci regalò senza saperlo Italia-Germania 4-3, la partita del secolo.

May 21, 2024 | by allcalcio.it

Addio a Karl Heinz Schnellinger: un Campionissimo ed un grande


Cudicini, Anquilletti, Schnellinger…. Così iniziava la filastrocca che annunciava la formazione del Milan a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, una squadra capace di vincere due volte la Coppa delle Coppe, la Coppa dei Campioni in un’indimenticabile finale contro un giovane Ayax che di lì a poco avrebbe dato uno scossone epocale al calcio, l’Intercontinentale in una doppia sfida contro l’Estudiantes che tutti ricordiamo come una caccia all’uomo nella Bombonera di Buenos Aires, scudetto e Coppe Italia.

Se ne è andato uno dei più forti difensori della storia, che con la sua maglia numero tre con le fitte righe rosso-nere ci sembra di vedere scendere in campo al “Ferraris” quando bambini andavamo allo stadio per ammirare i campioni che venivano a sfidare la Sampdoria in confronti spesso impari, anche se una volta il piccolo Rocco Fotia riuscì a beffare di testa un’intera retroguardia di marcantoni che si  chiamavano Cudicini, Anquilletti, Malatrasi ed, appunto, Schnellinger, con il faccione buono e paonazzo del “Paron” Nereo Rocco incorniciato dall’immancabile Borsalino sorpreso da come una difesa simile si fosse fatta beffare dal più piccolo degli avversari.

Karl Heinz, un nome teutonico ma a Milano per tutti diventato Carletto, con la sua chioma bionda e sempre perfettamente pettinata, maestro del tackle in scivolata, 224 partite con la maglia del Diavolo senza segnare nemmeno una rete.

In nazionale ne segnò però una nelle sue 47 presenze e quella fu una rete che cambiò il corso di un match grazie alla sua spaccata in scivolata a tempo scaduto, con Albertosi ad allargare le braccia , incredulo nel maledire quel biondo terzino che aveva impedito all’Italia di staccare il pass per la finale di Messico settanta, con i compagni rossoneri Rivera e Rosato a guardarsi attoniti per l’insolita prodezza del loro amico tedesco.

Un gol che diede il via ai più incredibili trenta minuti supplementari che il calcio ricordi, con la vittoria finale firmata da Gianni Rivera e quel 4-3 che ci consegnò la finale, poi persa, contro l’inarrivabile Brasile di Pelé.

Addio Wolkswagen, un altro grande protagonista di quegli anni fantastici è arrivato al capolinea in quella che era per lui diventata la sua città d’adozione, la Milano che quest’oggi lo saluta, ricordandone le grandi doti tecniche di calciatore e la simpatia ed umanità di una persona che fu una delle colonne di un Milan che fece innamorare tutti gli amanti del calcio.

di MARCO FERRERA

(si ringrazia www.annuariomediasport.it per la concessione)



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