Approvato in Commissione cultura e sport l’atto di indirizzo rivolto all’esecutivo con una serie di provvedimenti a sostegno del settore: dagli stadi al decreto crescita (con polemica M5S) fino alla legga Melandri e il tax credit
Prima l’ok della 7ª Commissione permanente del Senato, poi la conferenza alla presenza del ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi e quello per le Infrastrutture e i Trasporti Matteo Salvini. Da qui parte una nuova spinta per il mondo del pallone, con un atto di indirizzo al Governo sulle “Prospettive di riforma del calcio”, che prevede l’utilizzo di diversi sostegni, molti dei quali già chiesti a gran voce dal presidente della Figc Gabriele Gravina e dai club.
l’atto
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Il documento, che vede come relatore il senatore Paolo Marcheschi (FdI), interviene sul calcio con una serie di suggerimenti per aiutare “uno dei settori più importanti di questo Paese, finora normato con una serie di interventi poco organici. Abbiamo sentito il grido del mondo del calcio, emergevano criticità non solo sul campo ma anche economiche, con oltre 4 miliardi di perdite. Siamo voluti andare al di là dell’emergenza con un atto di insieme su quello che può fare la politica per il calcio italiano”. E la risposta del Governo è già arrivata. Abodi lo dice chiaro: “Questa deve essere inevitabilmente una stagione di riforme: le 19 sollecitazioni del documento troveranno una risposta formale del governo in breve tempo. Abbiamo parlato per troppo tempo, questa seconda metà di legislatura deve rappresentare l’attuazione. A breve stileremo una road map, la partenza sarà sulle infrastrutture”.
impianti
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E sugli stadi interviene Salvini: “Sono contento di poter contribuire ad accelerare, semplificare e sburocratizzare la questione impianti”. E lancia una frecciata: “Poi dipende anche dai comuni, Milan e Inter hanno perso 5 anni e ora sono tornati indietro, alla stessa proposta. Noi possiamo fare le norme migliori, ma c’è anche un tema dei territori. Alcuni stadi poi non sono adeguatamente sicuri, per tifosi e le forze dell’ordine. C’è poi un tema di sovrintendenze, al di là delle competenze vorremmo ridurne la soggettività di alcune sovrintendenze, ci sono edifici di più di 70 anni che sono un obbrobrio. Tornando al calcio mi auguro che ci sia la stessa velocità che vediamo sul dossier olimpico, ereditato in forte ritardo e che adesso viaggia secondo cronoprogramma. Il lavoro della Commissione ci dà uno stimolo”. E Abodi: “Sul tema infrastrutture con il ministro Giorgetti e ora con Salvini stiamo lavorando su un portafoglio di opportunità che dia a chi investe negli stadi un sostegno. Verrà costituita per questo una struttura commissariale e la proposta che condividerò nelle prossime ore è che i subcommissari siano direttamente i sindaci”.
decreto dignità
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Polemiche sul Decreto Dignità che interviene sull’attuale divieto di pubblicità di scommesse nelle manifestazioni sportive, con Pd e M5S contrari e protesta in aula dei pentastellati. Abodi si difende dalle accuse di chi pensa che l’intervento sia frutto di un assoggettamento alle agenzie di betting: “Rispetto le posizioni altrui, io non sono asservito a interessi privati ma solo all’interesse comune. Tutti noi vogliamo combattere la ludopatia e in questo senso la pubblicità rappresenta un discrimine e sono convinto anche che sia giusto il cosiddetto diritto alla scommessa, con una quota per gli organizzatori da investire nel sociale. Spero si possa affrontare l’argomento in modo meno ideologico”.
melandri
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Il documento suggerisce anche un intervento sulla cosiddetta Legge Melandri, suggerendo di essere più premianti con i club che hanno i bilanci in pari. “Sul tema Melandri è praticamente chiusa la prima versione di testo – spiega Abodi -, ora si aprirà il dibattito anche con le componenti del calcio perché tutti si sentano coinvolti nel discorso diritti tv e mutualità di sistema. Questo documento è una mappa utilissima che in un certo senso è a specchio rispetto all’agenda di governo. Il gioco di squadra deve portare a soluzion, in ballo c’è la credibilità del pallone”.
decreto crescita fuori
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Restano fuori dall’atto di indirizzo gli sgravi fiscali previsti dal Decreto Crescita (e chiesti anche ultimamente soprattutto dal presidente della Lega Serie A Simonelli). La motivazione è tutta nelle parole di Salvini: “Ci sono troppi stranieri in campo e spesso troppo scarsi. Un conto sono Platini e Gullit, ma non mi sembra questo il caso. Invece di chiedere sconti per prendere bidoni dall’estero dovremmo puntare sui vivai, imparando dalla Liga che ha il doppio dei giovani dei vivai in campo con effetti anche sulla Nazionale. Se noi riempiamo il campo di brocchi…”.
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