Inter, Milito-Eto’o o Lautaro-Thuram? Sfida tra bomber

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I bomber dell’Inter del Triplete e quelli dell’Inter di oggi: si può fare un paragone?

Francesco Pietrella

Giornalista

L’Inter s’è sdoppiata e ha dato una spada a ognuno dei suoi cloni. Da un lato ci sono un argentino e un camerunense, campioni d’Europa, d’Italia e del mondo in nerazzurro; dall’altro un argentino con lo scettro di bomber e un francese nato a Parma che va pazzo per la torta fritta. Questi i nomi dei duellanti: Samuel Eto’o e Diego Milito, Lautaro Martinez e Marcus Thuram. Le due punte affilate di un Triplete già vinto e  i due bomber a disposizione di un Inzaghi ambizioso, in corsa per vincere tutto. Il tema è il seguente: si può fare un paragone tra gli assi del Triplete di Mou e quelli dell’allenatore nerazzurro? Milito-Eto’o e la ThuLa si somigliano? Andiamo con ordine.

le coppie

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Intanto, le coppie: Diego va con Lauti. I due sono legati a doppio filo con l’Inter e con il Racing. Il Toro ha debuttato tra i professionisti entrando al posto di Milito. Il 22 nerazzurro è stato uno dei suoi sponsor principali in fase di trattativa. Gli ha parlato di Milano, dell’Inter e di Appiano spingendolo a fare la scelta giusta. Al di là del legame, comunque, è giusto accoppiare le due punte principi delle due fasi nerazzurre. Eto’o, invece, va dritto con Thuram, anche se qui il confronto è sbilanciato a favore del primo. Quando ha vinto il Triplete Samuel era già Samuel: aveva già vinto i tre trofei in un anno con il Barcellona e anche un’altra Champions nel 2005-06, sempre con i blaugrana. Vantava due gol in due finali di fila della grande coppa, tre Liga, due Supercoppe di Spagna, una storica Coppa del Re con il Maiorca e un c.v. ricco di gol.

eto’o avanti a tutti

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Thuram ha vinto uno scudetto da protagonista segnando nel derby e la Supercoppa del 2023, ma il paragone con Eto’o può reggere sul piano dell’attitudine al sacrificio. Nel 2010 Samuel giocò soprattutto esterno dentro con licenza di difendere. In occasione della semifinale di ritorno col Barcellona, in piena emergenza, strappò un voto alto da terzino destro. “Quando fu espulso Thiago Motta, Mourinho chiamò me e Zanetti e ci spiegò come posizionarci in campo: non ho avuto neanche il tempo di riflettere su quanto avrei dovuto correre, mi dissi solo ‘dai tutto e vedremo alla fine’. E alla fine eravamo in finale”. Vinta contro il Bayern. Thuram sa come sacrificarsi. Quest’anno è ancora più punta dell’anno scorso. Ha superato il suo record di gol stagionali – 17, di cui 14 in Serie A – e ogni tanto dà una mano dietro. Inzaghi fa leva sull’insieme. Sui due amici pronti a sfidarsi a suon di picconate per raggiungere la vetta. È dai tempi di Mourinho che l’Inter non vince due scudetti di fila. Nell’annata 2008-09 il re del gol in Serie A fu Ibrahimovic con 25 reti. Balotelli, il secondo, si fermò a otto. L’anno successivo invece, quello del Triplete, a rubare la scena furono Milito ed Eto’o, rispettivamente con 22 e 12 gol.

Diego e Lauti

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Lautaro-Milito è un confronto che regge. Il 2010 di Diego resta irripetibile: quell’anno segnò in finale di Champions, in finale di Coppa Italia e nel match ball scudetto contro il Siena, graffiando in tutte le sfide decisive. Tuttavia, al netto di una stagione top, non fu inserito neanche tra i primi 23 del Pallone d’Oro. Lauti vanta un settimo posto nel 2024. In estate ha vinto la Coppa America da capocannoniere ed è il sesto marcatore della nazionale con 32 gol. Per lui 70 presenze, un Mondiale vinto e un’altra Coppa America. Tra lui e Milito, se parliamo di Albiceleste, non c’è paragone: Diego ha chiuso il viaggio con quattro gol in 24 partite, tre di questi nel 2003 e tutti in amichevole. 

botta e risposta

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Maradona lo portò al Mondiale sudafricano, ma lo impiegò in due soli spezzoni. Ai suoi tempi la concorrenza era spietata. Ha vissuto nell’era di Crespo, Tevez, Higuain, Aguero, ovviamente Messi. Diego gli preferiva anche Martin Palermo. Difficile trovare spazio. Sul piano tecnico, comunque, il confronto si può fare. Milito era un nove spietato e cinico capace di graffiare all’improvviso, ma al tempo stesso era anche tecnico. Nel 2004 ad esempio, appena arrivato, fulminò l’Ascoli con un destro in corsa sul palo lontano, mentre Lautaro ha sfoggiato la sua tecnica di tiro all’Allianz: esterno destro dritto in porta. Questa è la sua miglior stagione in Champions con 7 reti. Con uno squillo può aggangiare Eto’o, con altri due Crespo, il miglior marcatore dell’Inter in una singola stagione della grande coppa con 9 gol. Ciò che lo divide da Milito è il cinismo: Diego è stato un nove puro, Lauti gioca di insieme (specie quest’anno), anche se Inzaghi l’ha traghettato mano nella mano fino al livello successivo. Negli ultimi quattro anni ha toccato almeno i venti gol stagionali in ogni temporada. Diego, in carriera, ci è riuscito sei volte, due di queste con l’Inter. Il pendolo della sfida pende di più verso le lame di due tripletisti di 15 anni fa. Alla ThuLa il compito di rispondere.



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