La mezzala insoddisfatta e l’occasione sprecata a Firenze: a fine stagione può partire
Se l’unica cosa rimasta a brillare sul campo è quella chioma biondo platino che si nota fin dalla luna, allora la faccenda comincia a farsi davvero complicata. Perché Davide Frattesi è come evaporato: l’immagine del profilo dell’Inter travolta dalla Fiorentina nella notte del potenziale aggancio a Conte è quella della mezzala spaccapartite che non spacca più. Né da subentrato, né da titolare. A rompersi, semmai, è stato forse qualcosa tra Davide e l’Inter: a volerla leggere col senno di poi, quel gol a Lecce, una dozzina di giorni fa, e le dichiarazioni di amore per i colori nerazzurri che avevano ufficialmente chiuso la telenovela da mal di pancia del mercato di gennaio, sono state un po’ l’eccezione che conferma la regola. Perché nei fatti poco o nulla è cambiato: Frattesi era e resta un giocatore insoddisfatto per lo scarso impiego nelle rotazioni di Inzaghi, ed è probabile che le strade si possano separare a fine stagione. Il punto è che Davide, adesso, fatica a risintonizzarsi sulle frequenze nerazzurre, ed eccoci alla parte più scivolosa di tutta la storia: serve una svolta qui e ora, perché il rischio di vivere male l’ultima fetta dell’esperienza a Milano c’è e farebbe male a tutti. A Frattesi, naturalmente, ma anche e soprattutto all’Inter che ha bisogno di tutti per inseguire scudetto e Champions.
missione impossibile
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Il bello è che il caso si è palesato nella più insospettabile delle serate: Inzaghi, a caccia di punti da primo posto in classifica, aveva scelto Frattesi, lasciando in panchina un totem come Barella. Un’occasione da cogliere al volo per Davide, ma anche un attestato di stima dopo l’ottima prestazione nel 4-0 al Lecce di fine gennaio, che il tecnico aveva sottolineato con queste parole: «Frattesi ci serve tanto, lo sa e ne abbiamo parlato. L’anno scorso è stato il segreto, farò sempre affidamento su di lui». La chance di Firenze, però, il centrocampista romano l’ha gettata al vento nel peggiore dei modi: il primo ad affondare nel naufragio del Franchi è stato lui, che ha sonnecchiato su Ranieri nell’azione del primo gol della Fiorentina e poi ha vagato lì in mezzo senza mai riuscire a trovare l’inserimento giusto, arte praticata con grande profitto ai tempi d’oro dello scudetto. La partita di giovedì, va detto, non era esattamente il terreno più adatto allo stile di gioco di Frattesi — i viola aspettavano e chiudevano gli spazi tra le linee, soffocando ogni potenziale strappo dell’azzurro —, ma Davide non ha trovato soluzioni al rebus e in fase di costruzione ha sofferto ancora di più. Scalare le gerarchie della mediana interista era già una missione complicatissima — a centrocampo in questa stagione solo Asllani, 897 minuti giocati, è stato utilizzato meno di Frattesi, 1202 minuti —, ma se l’andazzo è questo diventerà una missione impossibile. E il malcontento di Davide magari potrà crescere ancora.

roma e… sucic
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Tanto più se le cose nel frattempo sono destinate a cambiare anche fuori dal campo. Perché il discorso con la Roma, il club nel quale Frattesi avrebbe voluto trasferirsi già a gennaio, è solo rimandato a fine stagione. E soprattutto perché l’Inter si è già mossa per costruirsi il futuro, investendo 14 milioni più bonus per Petar Sucic, gioiellino classe 2003 della Dinamo Zagabria e della nazionale croata che si unirà alla truppa nerazzurra a giugno. Ovvero quando la stagione dell’Inter non sarà ancora chiusa, perché Inzaghi e i suoi voleranno negli Stati Uniti per giocare il nuovo Mondiale per club organizzato dalla Fifa. Particolare tutt’altro che secondario, Sucic gioca da mezzala destra e ha piedi da regista: si spinge in avanti, si inserisce, e sa anche costruire.
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