Il paradosso: nonostante una stagione sotto le attese, i rossoneri superano persino l’Inter capolista per numero di presenze allo stadio
Forse avranno più sofferto che gioito, ma i tifosi del Milan di sicuro non hanno rinunciato a vedere la propria squadra a San Siro. Nonostante il nono posto in classifica e le sette vittorie (appena il 43,75% del totale) in 16 partite in casa, il popolo rossonero è stato il più presente allo stadio di tutta la Serie A. Per la precisione, la media spettatori al Meazza per le gare interne del Milan si assesta a 71.643, unica squadra del campionato sopra quota 70mila. Fa effetto scriverlo se si pensa che sull’altra sponda del Naviglio l’Inter si sta giocando lo scudetto, ma si ferma a 69.942. È la prima volta dal post Covid che i rossoneri superano i cugini per presenze medie allo stadio. Singolare avvenga in una stagione quantomeno non esaltante…
anomalia
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Se il numero degli abbonati è rimasto pressoché identico, anche perché “bloccato” a 40 mila tessere per scelta del club, a San Siro è cresciuta decisamente l’affluenza degli stranieri. Un tifo magari diverso da quello tradizionale, ma comunque redditizio per le casse della società. Anche con questo fenomeno, il cosiddetto “turismo da stadio”, si possono spiegare certi dati. Come gli oltre 72 mila spettatori, per esempio, in Milan-Fiorentina di sabato scorso, una partita che nella stagione rossonera contava ormai ben poco, vista la classifica. Il muro dei 70 mila è stato finora abbattuto per ben dodici volte, limitandoci alla sola Serie A, con la punta del tutto esaurito per Milan-Juventus del 23 novembre (75.502). Mentre la gara con meno affluenza è stata Milan-Lazio, comunque vicina alle 66 mila presenze. Facendo un paragone con i cugini: i nerazzurri hanno superato la soglia dei 70 mila nove volte su 15 incontri, con il primato in Inter-Milan di settembre (75.366) e il dato peggiore in Inter-Empoli (61.230). Anche per questi numeri – non così distanti da quelli delle ultime due stagioni – probabilmente si è deciso di fissare a 71.500 posti la capienza del nuovo stadio che sorgerà – almeno nel progetto dei due club milanesi – nell’area attigua al Meazza.
atmosfera
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Certo, non sempre il San Siro rossonero è stato un fattore per la squadra. Lo ha rimarcato di recente pure Sergio Conceiçao (dopo la sconfitta con la Lazio, per esempio), applaudendo poi i tifosi per il deciso sostegno in altre occasioni, vedi l’andata del derby di semifinale di Coppa Italia contro l’Inter. Non sono mancati i fischi e i cori di protesta e contestazione, ma con risultati così sotto le attese era illogico aspettarsi il contrario. Nelle grandi serate, però, lo stadio non ha mancato di far sentire il proprio affetto alla squadra. Nelle gare contro l’Inter, nelle serate di Champions League o più in generale nei big match. L’entusiasmo pareva essere stato ritrovato con il mercato di riparazione. Chi vive San Siro si sarà accorto del clima che si respirava la sera dell’esordio di Santi Gimenez e Joao Felix, nel quarto di finale di Coppa Italia. La chiave di volta è stata poi la precoce eliminazione nel playoff di Champions per opera del Feyenoord. Da lì in poi, l’atmosfera al Meazza è decisamente cambiata.
le altre
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Dietro alle milanesi c’è la Roma con quasi 62 mila spettatori medi. Mentre il Napoli che è tornato a lottare per lo scudetto dopo la bruttissima annata 2023-24 supera di poco le 50 mila unità per partita casalinga, ma va rimarcato come – dopo i lavori di rifacimento – la capacità dell’ex San Paolo (oggi Maradona) sia scesa a meno di 55 mila posti. La manutenzione del Franchi spiega il dato della Fiorentina (appena 20.226 spettatori medi, ma senza la Fiesole e parte dei distinti), mentre se si ragiona solamente sulla percentuale di riempimento dello stadio a far da padrone è il Cagliari: 16.089 presenze medie su di una capacità di 16.365.
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