L’allenatore della Roma replica a quanto aveva detto l’ex calciatore, ora commentatore a Mediaset, accusandolo di antisportività: “Chi ha vissuto di calcio capisce e rispetta, lui non lo fa”
Una fatica, ma alla fine la Roma si è guadagnata il derby con la Lazio ai quarti, evitando il bis dell’anno scorso, quando la Cremonese eliminò i giallorossi all’Olimpico. “Abbiamo fatto il minimo per non soffrire troppo – dice il tecnico ai microfoni di Mediaset – Serve rispetto per le nostre difficoltà, per quello che diamo. Nessuna squadra in Italia ha vinto una partita senza un difensore centrale, o se lo ha fatto non è comunque cosa facile. Siamo uniti, il rischio è ovvio che ci sia, se vai sotto e prendi il secondo sei fuori. Avevamo Llorente e Celik ammoniti, Kristensen è veloce e per star dietro ai loro cambi, mi sono fidato della sua velocità. Poi abbiamo riempito l’area, Dybala a creare, Azmoun dietro a Lukaku, ho messo pure Spinazzola. Fossimo usciti saremmo morti di stanchezza e senza più soluzioni, abbiamo vinto meritatamente contro una squadra che non è di Serie B”.
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“Il derby? Non so come ci arriveremo, prima abbiamo una partita importantissima (con l’Atalanta, ndr.) se dovrà giocare difensore centrale Lukaku, lo farà. Giocheremo col cuore e con tutto quello che abbiamo. Prima pensiamo all’Atalanta, siamo questi. Azmoun parte la prossima settimana, Mancini è infortunato e diffidato, arriveremo alle prossime gare con il rispetto che ci siamo meritati. Non so quanti esauriti di fila abbiamo fatto, 43 mi pare. Fate i conti di quanti spettatori sono venuti all’Olimpico. Meritano tutto da noi e noi diamo tutto. Sono stanco anch’io, ho fatto dei chilometri a bordo campo”.
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“Sono contento ma è dura, è un rischio enorme che dovevamo correre per vincere – prosegue Mou -. Giocare a tre senza un centrale di ruolo è meglio per chi non è abituato a farlo, occupano meglio gli spazi. Kristensen ha fisico e aggressività, per schierare Cristante che è centrocampista è obbligatorio giocare a tre. Senza Smalling è drammatico, senza Kumbulla e Ndicka pure. Poi con Lukaku, Dybala, El Shaarawy e Azmoun se perdiamo palla, chi difende in transizione? Chi lo può fare? Nessuno. Siamo una squadra che difende in due blocchi separati in quei momenti. Ma la partita di oggi l’abbiamo fatta, ora pensiamo alla prossima, andiamo avanti”. Poi una battuta sul futuro: “Non credo che sia vero che la Roma cerchi altri allenatori. L’onestà e la reciprocità sono importanti, mi fido dei Friedkin. Io mi fido al 100% della loro onestà, non so se mi vogliono qua, ma non credo sia vero che parlino con altri allenatori alle mie spalle. Brasile? Non so se sia vero o meno. Con me non hanno parlato. Al mio procuratore ho detto di non parlare con nessuno fino a che non so la volontà della società”. Poi prosegue: “Vi do una notizia, inizio un documentario su Netflix, ci sono cose che si sapranno solo lì. E da lì saprete che sono un pazzo totale. Non avevo firmato con la Roma, ma avevo dato la mia parola. Poi ho avuto un club che mi ha cercato, che voleva che rompessi la mia parola. Non ci sono andato. Quando vedrete nel documentario direte che sono uno stupido totale. Il mio presidente ha saputo delle offerte che mi sono arrivate. Non penso che parlino alle mie spalle con altri allenatori”.
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Dallo studio chiedono chiarimenti sull’attacco di Mou a inizio collegamento, quando aveva citato Massimo Mauro parlando di rispetto e chiedendo se fosse presente: “E’ un ex calciatore, non rispettare gente che mangia dallo stesso piatto dove ha mangiato lui, è una brutta cosa. C’è gente con profilo diverso, quando c’è qualcuno che ha messo il culo su una panchina o ha messo piede in campo, quelli capiscono e rispettano. Lui mi pare che ancora mangi in quel piatto, non penso lavori per la sua bella faccia ma prenda dei soldi”. Mauro dopo Roma-Napoli a Pressing si era così espresso: “Il comportamento dei giocatori è stato discutibile, è stata una partita difficilissima per l’arbitro che lo giustifico. Ho visto una partita piena di falli e risse, antisportiva e penso che sia stata una strategia precisa della squadra di Mourinho. Questo è ancora più grave perché va contro lo spirito del calcio”.
Gazzetta dello Sport
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