Il ritorno dopo tre settimane perché era malato. Ma le mosse future sono sconosciute
Dopo diciannove giorni di assenza dalle scene, Zlatan Ibrahimovic è pronto a tornare di fronte ai riflettori. Un tempo si contavano i gol o gli assist, oggi fanno notizia le settimane di silenzio. Un silenzio – che se riguarda Ibra- fa comunque rumore. Le ultime parole che i milanisti hanno potuto leggere, nemmeno ascoltare, sono quelle di Zlatan alla rivista GQ, con tanto di foto posate e scatti da modello. Da lì in poi più nulla, non una presenza a Milanello o a San Siro, e nemmeno un’apparizione virtuale sui social: Ibra sparito anche per i suoi quasi sessantaquattro milioni di follower. Non una storia o un post, che fosse dedicata al Milan, al padel o a qualcun altro dei numerosi interessi. Su Instagram, tra l’altro, Zlatan non si definisce uomo di calcio ma “scrittore”. Era l’otto marzo scorso, quando l’ex centravanti aveva fatto visita agli ex compagni alla vigilia della trasferta di Lecce. Da allora si sono verificati diversi eventi, due più importanti degli altri: Ibra è stato colpito da un malanno che l’ha reso indisponibile per giorni, mentre più o meno nello stesso periodo l’ad Furlani volava negli uffici americani di Cardinale a ribadire (e soprattutto farsi ribadire dal proprietario) la supremazia sulle scelte.
Al campo
—
Che il fisico di Ibra sia stato debilitato anche da questa notizia? Senza conferme dirette, difficile collegare i due avvenimenti. A maggior ragione ora che Zlatan sembra pronto a tornare: è atteso a Milanello tra oggi e domani, più oggi che domani. Senza certezze dato che l’agenda di Ibra resta comunque in costante evoluzione. Come possono cambiare anche gli scenari futuri: con una minor esposizione e un nuovo ds con influenze estese, Ibra potrebbe rivedere il proprio ruolo. Oggi è il Senior Advisor di RedBird, cioè della proprietà, senza un incarico definito e certificato dall’organigramma del club. Oppure potrebbe voler riprendersi la prima fila del palco, come aveva fatto nelle settimane scorse quando era stato lui, con Cardinale, a valutare i profili dei candidati al ruolo di direttore sportivo. Zlatan era stato presente a Londra in una serie di incontri. Poi però è stato ricordato che per le firme, e quindi per ogni scelta finale, la penna resta in mano all’ad. Per Ibra si è passati in fretta da un momento di interviste pre e post partita e presentazioni dei nuovi arrivati di gennaio a una lontananza giustificata solo in parte dalla forte influenza. Zlatan era al banco delle interviste dopo il successo sul Verona: «Mamma mia che domande tristi, capisco che era meglio la finale di Sanremo alla conferenza di Ibra, ma insomma su con il morale!». Via tra le risate. Che l’umore stesso di Zlatan sia cambiato?
Motivatore
—
Nel frattempo lo svedese tornerà al centro sportivo per seguire l’allenamento e stare vicino a Conceiçao e alla squadra. Da uomo di campo – nonostante il ruolo di consulente di Cardinale spazi anche tra gli interessi extrasportivi del fondo – conosce i tempi e le dinamiche di gruppo. Sa come relazionarsi a quelli che sono stati i suoi ex compagni, o come avvicinare e motivare i più giovani in vista di un finale impegnativo. Se Zlatan accompagnerà il gruppo anche nella trasferta di Napoli è presto per dirlo. Certo anche lui vuole contribuire con una spinta al rilancio della squadra: è il principale motivo per cui tornerà a Milanello, un giorno o due dopo la visita dell’ad Furlani. Oltre alla prima squadra, nel raggio d’azione di Ibra rientra anche Milan Futuro, coinvolto nel girone B di Serie C in una faticosissima lotta per la salvezza. Un altro campo su cui Zlatan ha consumato energie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA