Elimoghale, il predestinato, un futuro scritto nel nome

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Talento bianconero classe 2009, Elimoghale, è partito con l’Under 17 per l’ultimo turno di qualificazione agli Europei. Sognando un tale Camarda

Destiny Onoguekhan Elimoghale, ma è sufficiente memorizzare il primo: “Nessuna storia particolare, me l’hanno dato i miei per il significato”. Destiny cioè destino, destino e quindi predestinato: “Mi chiamano tutti Leao e dicono che ci assomiglio, ma il mio idolo è Neymar”. L’etichetta del prescelto ce l’ha cucita addosso da sempre, un po’ come Kenan Yildiz: “Giocatore di un altro livello. Lo osservo da quando è giovane, a Vinovo l’ho incontrato diverse volte”. L’altro filo che li unisce è la Juventus: “Casa mia, sono lì da quando ero piccolo”, detto con un inconfondibile accento piemontese. I primi passi al Rebaudengo, periferia di Torino, poi quasi un decennio in bianconero sempre sulla fascia, preferibilmente quella mancina. Calcio h24, ma solo sul campo: “In televisione lo seguo poco, poi certo, la finale di Champions League me la guardo sempre volentieri”. Meglio ripassare l’inglese, un investimento in ottica futuro perché sa già come andrà a finire: “E me la cavo abbastanza bene”.

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