L’ex tecnico del Monopoli fa un bilancio dei tre gironi: “I pugliesi sono stati una sorpresa, sui veneti invece avrei scommesso. In questo momento sono le squadre più in forma”
Giuseppe Pancaro, per tutti Pippo, davanti ai microfoni è come era da calciatore: pacato, equilibrato, sicuro di sé. Il contrario di quando è in panchina, almeno all’apparenza. “Con i miei ragazzi sono ancora così. Per fare questo lavoro al meglio devi essere te stesso. Diciamo, però, che vivo molto intensamente la partita”. Adesso, dopo cinque esperienze raccolte in Serie C negli ultimi dieci anni, guarda il campionato da spettatore. Continuando sempre ad aggiornarsi e vedendo partite a ciclo continuo. “È un torneo in cui si punta molta sull’agonismo e sulla corsa, è molto tosto e ci vuole tanta costanza”.
La sua ultima esperienza è terminata un anno e mezzo fa a Monopoli, che oggi è terzo nel gruppo C.
“Ero sicuro che avrebbero fatto stagioni importanti, conoscendo le ambizioni della proprietà. Personalmente sono molto contento del lavoro svolto lì e spero di avere presto un’altra occasione in panchina”.
Partiamo dal campionato di quest’anno. Che Serie C sta vedendo?
“Vedo un campionato molto equilibrato, fatto di tante squadre blasonate con storia e tradizione alle spalle. Credo che la caratteristica fondamentale per arrivare fino in fondo sia la costanza: ci sono tante partite ed è facile scivolare. Diciamo che vince chi sbaglia meno”.
In testa nei tre gironi ci sono rispettivamente Padova, Entella e Cerignola, se lo aspettava?
“Andiamo con ordine. Il Padova per me è la più forte del suo girone ed è giusto sia lì. Ha saputo riprendersi dopo qualche prestazione negativa e credo abbia tutto per andare in B. Stesso discorso si può fare per l’Entella. Il Cerignola, invece, è la vera sorpresa di questa stagione. Ma sono lì per meriti, non per caso”.
Alcune squadre, come Pescara e Benevento, erano partite in testa e poi hanno perso terreno. Come se lo spiega?
“Parto col dire che sono due grandi squadre. Il Benevento l’ho anche visto giocare dal vivo e devo dire che mi ha impressionato. Però, come dicevo, è un torneo pieno di insidie, fatto di tante partite. È sempre difficile giudicare da fuori, ma credo semplicemente sia mancata un po’ di continuità”.
Chi vede come favorite per la promozione?
“Non vorrei sembrare banale, ma credo davvero che le tre che sono davanti al momento abbiano dimostrato di avere un qualcosa in più. Poi, certo, nulla è deciso. Ma se dovessi giocarmi una fiche punterei su Padova, Entella e Cerignola”.
Passiamo alla sua ultima esperienza a Monopoli. Ci avrebbe scommesso in una stagione così? Lei che conosce molto bene ambiente e giocatori…
“Sì. E lo dico proprio perché conosco bene il contesto. Il presidente è molto ambizioso ed ero sicuro che avrebbe fatto una stagione puntando in alto. Io, personalmente, sono molto soddisfatto del lavoro svolto a Monopoli, sia dal punto di vista del gioco espresso che dei risultati”.
Che allenatore è Pancaro?
“Mi considero un meticoloso, uno attento a ogni dettaglio. Anche se, ovviamente, non devo essere io a dirlo. Credo che per fare questo lavoro sia fondamentale essere sé stessi. Io vivo la partita molto intensamente e passo molto tempo al campo durante la settimana. Poi ho avuto grandi maestri nel mio percorso da calciatore, da Eriksson a Lippi e Ancelotti e ho cercato di prendere qualcosa da ognuno di loro. Ora sto continuando a studiare e ad aggiornarmi, nella speranza di avere presto un’altra occasione in panchina”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA