Dopo il successo sull’Udinese il tecnico bianconero fa capire che serve ancora qualcosa sul mercato, poi spiega le differenze tra Openda e David
Non entusiasma ancora ma ha ripreso a vincere. La Juventus timbra il passaggio ai quarti di coppa Italia sbarazzandosi dell’Udinese e trovando una risposta importante da Openda e David, chiamati a non far rimpiangere l’infortunato Vlahovic ma nonostante i segnali positivi Spalletti è consapevole che la squadra è incompleta e che servono rinforzi a gennaio mentre cresce l’attesa per il ritorno a Napoli.
Come giocano David e Openda
Con la soluzione Yildiz falso nueve in stand by ieri Spalletti con l’Udinese ha usato ancora il centravanti classico e spiega: “David e Openda sono due attaccanti centrali. Se parli con loro ti dicono che loro si trovano meglio in quella piazzola lì. Uno è bravissimo tecnicamente, e uno molto relazionale con la squadra, perché quando viene incontro sa fare circolare la palla bene, sa metterla con i giri contati, dentro l’area di rigore si muove benissimo. Openda è uno più bravo ad attaccare la profondità. Openda va negli spazi, ha bisogno della palla in profondità e meno relazionale. Però si compensano e possono giocare anche tutti e due insieme perché uno viene e uno va”.
L’accoglienza a Napoli
Tra chi gli sarà riconoscente a vita e chi non gli perdona di aver scelto la panchina della “odiata” Juve non è facile capire come Napoli accoglierà domenica al Maradona il tecnico del terzo scudetto azzurro. Spalletti ha solo parole dolci per il suo passato: “Sarà un’emozione incandescente, perché lì ho tantissimi amici e bambini che mi aspettano. Non conterà come verrò accolto, ma il sentimento nei loro confronti che è quello di una persona che gli vuole il massimo del bene”.
L’errore su Zhegrova
Il tecnico bianconero è rimasto colpito dall’approccio veemente di Zhegrova e fa un parziale mea culpa: “Sono stato contento anche dei 10-15 minuti di Zhegrova: viene da un periodo lungo di inattività, forse meritava più spazio. Ha fatto rincorse fino dentro la nostra area, che non sono la sua qualità. Mi ha fatto piacere. Conferma la grandissima fantasia e precisione che ha: è una miccia accesa, può esplodere in qualsiasi momento, vede spazi dove altri vedono muri”. L’ultima riflessione è un indiretto messaggio alla società sul mercato: “Qualcosa ci manca ancora, qualcosa dobbiamo andarci a prendere, ma siamo sulla buona strada. Noi non abbiamo una squadra di grande forza, ma abbiamo un po’ tutto, ci sono situazioni da andare ad acchiappare perché il leone vero mette tutta la sua forza anche con un topolino“.


