Il tecnico della Juve sottolinea come tutti si siano accorti della forza della Norvegia ma è ottimista per i Mondiali e pronto ad aiutare gli azzurri
Scuote il capo, strizza gli occhi, cerca le parole giuste. Quando alla fine della conferenza di vigilia di Fiorentina-Juventus viene posta a Spalletti la domanda sulla nazionale, sui playoff e sull’opportunità o meno di fermare per un turno la A pur di aiutare Gattuso, l’ex ct sente forse una fitta dentro. Ma al cuor non si comanda. L’allenatore bianconero è ancora attaccato con un cordone ombelicale all’azzurro e si vede. La risposta accorata, l’elogio di Yildiz e la ricerca di una “sana follia” nella sua Juve al centro delle sue parole.
Spalletti tende una mano a Gattuso
Qualche sassolino dalle scarpe, sia pur in maniera soft, Spalletti se lo toglie dicendo: “Ci siamo resi conto che il percorso sarebbe stato questo e siamo in corsa per quello che era il nostro obiettivo, cioè lo spareggio, ora si sono resi conto che c’era una nazionale forte”.. Poi prevale l’amore sul risentimento e aggiunge: “Forte come è forte la nostra, bisogna sostenere i giocatori e il ct, qualsiasi altro discorso può disturbare. Possiamo aiutarla volendogli bene e io voglio bene a questi calciatori e a Rino Gattuso. Da allenatore della Juve dico: se avessero bisogno di qualcosa da noi, saremmo contenti di aiutarli nelle necessità che hanno come tempo e contributo pur di mandarli ai Mondiali, sono convinto si qualificheranno, ma se possiamo dare una mano…Anche noi abbiamo calciatori forti: come Donnarumma e Tonali non li ha nessuno ma anche Bastoni, Calafiori, Di Lorenzo, Politano…Io sono a totale disposizione e voglio che vadano ai Mondiali”.
L’accoglienza di Firenze
Spalletti sa che l’accoglienza a Firenze non sarà semplice: “Ci sono già stato a Firenze e la conosco bene, perchè ho passato tanto tempo lì. Io accetterò qualsiasi situazione che mi troverò davanti. Poi entrerò in campo da allenatore della Juventus e accetterò tutto. Io ho sempre rispettato tutti e non ho debiti con nessuno e sono sereno ad essere l’allenatore della Juventus anche nello stadio di Firenze. Per quello che è l’amore per questo sport dobbiamo dare il meglio di noi stessi e non il peggio, però andrò dentro con la ricerca di essere quello che fa o farebbe l’allenatore della Juventus. Non troveremo solo uan squadra al massimo ma anche una città intera che darà il massimo. Per noi sarà una partita difficile, noi siamo quelli che facciamo vedere dentro le partite per cui mi aspetto questo che si faccia vedere che siamo gente da Juventus, professionisti da Juventus”.
Sul cambio di ruolo di Koopmeneirs spiega:” In generale non è il ruolo che cambia il grande calciatore. Il grande calciatore porta sempre il suo stile di gioco dove lo metti. Il calciatore moderno è quello che sa adattarsi alla partita. Dobbiamo capire dove vogliamo sfruttare le sue qualità. Penso che in queste tre partite abbia fatto vedere le sue qualità, se faccio un passo indietro è stato bravo nelle zone di campo dove credevo avesse più difficoltà, da assaltatore come lo faceva giocare Gasp. Sono contento abbia risposto in questa maniera perchè non era scontato, che tirasse fuori questa personalità che ha. Noi abbiamo recuperato dei difensori forti come Kelly e Cabal, perciò possiamo vederlo a centrocampo”.
L’elogio di Yildiz
Dalla sua Juve si aspetta una cosa precisa: “Un po’ di sana follia, quella sana creatività, una fucilata nella notte BUM, una legnata che ti fa sobbalzare due metri da dove sei, che ti sveglia e ti fa reagire in maniera differente, dobbiamo essere sempre pronti a ribaltare la situazione”. Yildiz sta diventando sempre più importante, in attesa del rinnovo: “Sul rinnovo non spetta a me, Yildiz per me è lo spaccamoduli, lo spaccaschemi, chi accende un dialogo con Yildiz lo accende con la squadra”.


