“Plusvalenze? Una vergogna, c’è una cosa che non dice nessuno”

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Il ds del Tottenham ha ripercorso il periodo più bui della vicenda che lo ha costretto a fermarsi per oltre due anni, ma anche del mancato approdo in rossonero e della Juve, da Tudor a Spalletti

Lasciata alle spalle la squalifica, in queste ore Fabio Paratici è tornato a parlare della bufera che lo ha investito e del ritorno alla normalità dopo gli oltre due anni di stop forzato. Il direttore sportivo del Tottenham non ha mancato di togliersi qualche sassolino dalle scarpe e si è lasciato andare a una previsione che farà poco contenti i tifosi della Juventus.

Il periodo più buio

Fabio Paratici è protagonista dell’intervista Restart rilasciata alla redazione di Sky Sport. Il direttore sportivo del Tottenham, ex Juve e la scorsa estate vicinissimo al Milan, non ha mancato di fornire dettagli e argomentazioni estremamente interessanti, a cominciare dal periodo più buio della sua carriera, quello che ha portato alla squalifica di trenta mesi in merito all’inchiesta plusvalenze dei bianconeri.

“La sentenza? Ammetto che provavo vergogna a difendermi. Ho lavorato per undici anni solo per il meglio della Juve. Non ho fatto nulla di male, ma durante il processo mi vergognavo a dover dire che non avevo fatto niente di male. All’inizio ero spaesato. Ero in una situazione che non avevo mai pensato di dover affrontare”.

L’accusa e il motivo del patteggiamento

“Nessuno a mai detto che la Juve e tutte le persone coinvolte sono state condannate non per la valutazione sbagliata dei giocatori, ma per un principio contabile mai utilizzato”, ha proseguito il ds degli Spurs, che ha aggiunto: “Perché ho patteggiato? È stata una scelta responsabile. La vicenda è durata quattro anni e mezzo e avevamo già scontato la squalifica sportiva. Il procedimento penale era ancora in fase preliminare e non avremmo avuto certezza sul futuro”.

La previsione sulla Juve di Spalletti e il rammarico per Tudor

Tornando sul cammino alla Juventus, che lo ha visto vivere la stagione dei nove scudetti consecutivi e sulla stretta attualità, Paratici non ha dubbi: “In quegli anni abbiamo fatto qualcosa di difficilmente ripetibile. Però, in testa ti resta tutto quello che perdi, quello che vinci si dimentica velocemente. Il fallimento di Tudor? Mi spiace molto per Igor, siamo molto legati. Spalletti? È un grandissimo allenatore, non posso che augurare a lui e alla Juve i migliori successi”.

Il matrimonio mancato con il Milan

Inevitabile un commento sul Milan, che la scorsa estate era stata a un passo da riportarlo in Italia: “Non so che cosa sia successo. Siamo stati vicinissimi, ma alla fine il matrimonio non si è fatto. Non sto qui a chiedermi il perché o se i miei trascorsi abbiano influito”. Infine, un confronto tra campionato inglese e Serie A: “In Inghilterra hanno un approccio completamente differente. La Premier è un’istituzione, un brand globale pazzesco, che vende diritti tv a tutti i Paesi del Mondo tranne quattro. L’Italia ha molto da migliorare, a cominciare dalle infrastrutture, gli stadi e i centri sportivi”.

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