per i tifosi era Rock’n roll robot di Camerini

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È scomparso a 69 anni Salvatore Garritano, ex attaccante di A che ha vestito le maglie di Toro, Atalanta e Ternana. Da tempo era malato di leucemia

“Ho vissuto il calcio in un’epoca d’oro e d’ombra. Ma se tornassi indietro, rifarei tutto. Perché il pallone, nonostante tutto, mi ha insegnato a vivere”. L’epoca d’oro l’ha vissuta al Torino quando appena diciottenne contribuì allo scudetto granata segnando un gol decisivo contro il Milan, quella d’ombra negli ultimi della carriera e dopo aver smesso quando, colpito da leucemia. iniziò a farsi domande sui farmaci che gli avevano fatto assumere ma Salvatore Garritano indietro non può più tornare. L’ex esterno offensivo di di Torino, Atalanta e Ternana è morto a 69 anni dopo una lunga malattia.

L’annuncio dei figli

Sono stati i figli Francesco, Valentina, Miriam, Paolo ad annunciare la sua morte sulla sua pagina Facebook: “Comunichiamo con il cuore rotto dal dolore la prematura scomparsa di nostro padre Salvatore Garritano. Lo ricorderemo sempre nella nostra memoria e nei nostri cuori. È stata una grande persona un padre speciale un’anima bianca che ha saputo insegnarci tanto a partire da come si vive a come si ama. Ti abbiamo amato, ti amiamo e sempre ti ameremo… È solo un arrivederci… Ti voglio bene papà”. Francesco, Valentina, Miriam, Paolo

La carriera di Garritano

Nato a Cosenza il 23 dicembre 1955, Garritano cresce calcisticamente nel vivaio della Morrone, fucina di giovani promesse calabresi e per tutta la vita sarà motivo di vanto per gli sportivi di Calabria. La seconda “patria” fu Terni, dove fece l’esordio tra i professionisti con la Ternana nei primi anni ’70 e dove volle tornare a fine carriera, diventando protagonista della promozione dalla Serie C2 alla C1 nel 1989 dopo lo spareggio di Cesena contro il Chieti davanti a 12 mila ternani. Garritano, a 33 anni, in quell’anno giocò 30 partite segnando 9 reti, dimostrando di avere ancora intatto il fiuto del gol. Nel 1975 approda al Torino, entrando a far parte del gruppo che l’anno successivo conquista il tricolore 1975-76, lo storico scudetto dei “gemelli del gol” Pulici e Graziani.

Il coro dei tifosi della Sampdoria

Nel 1978 Garritano si trasferisce all’Atalanta, dove gioca due stagioni da attaccante esterno tecnico e brillante. A Bergamo segna 8 reti in circa 40 presenze, conquistando la stima del pubblico nerazzurro. Un grave infortunio ne condizionerà il rendimento, ma non la dedizione: Garritano rimase nel cuore dei tifosi per la sua determinazione e umanità. Nell’81-82 è alla Sampdoria. Durante il suo passaggio in bliucerchiato, i tifosi lo ribattezzarono “Rock’n roll robot” come la canzone di Alberto Camerini che parodiarono allo stadio: “C’è poi quel tipo strano, vedrai ti piacerà, si chiama Garritano, ci porta in Serie A…”.

La denuncia di Garritano

Appese le scarpette al chiodo, per anni ha lavorato insieme ad Ernesto Bronzetti nel mercato spagnolo, portando numerosi campioni dalla Liga alla Serie A, tra cui anche alcuni Palloni d’Oro, partendo da Raducioiu per poi passare ai vari Redondo, Mendieta, Rivaldo e Ronaldinho ma si ammala di leucemia e come già aveva fatto Zeman denuncia a più riprese il possibile ingresso del doping nel calcio: “Prendevamo sempre qualcosa prima di andare in campo — disse all’Espresso— senza neppure domandare cosa fosse..Da un giorno all’altro mi si sono chiuse tutte le porte. … Da quando ho rivelato ai pm quello che ci davano negli spogliatoi, il mondo del pallone mi ha cancellato.” In successive interviste aggiunse “Sono stato abbandonato dal mondo del calcio una volta terminata la carriera, mentre affrontavo la malattia. A 53 anni sono malato … tutte le mattine mi sveglio e ringrazio il Signore per tenermi ancora in vita. Troppi miei compagni forse sono morti per quello che ci davano.”

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