Alla Juventus non è il momento adatto per sognare, ma Luciano Spalletti vuole alzare nuovamente l’asticella degli obiettivi e delle ambizioni dei bianconeri. “Spero di rientrare nel giro scudetto: ne parlavamo con i giocatori, le intenzioni devono essere al massimo”, esce subito allo scoperto il tecnico di Certaldo nel giorno della sua presentazione.
“Vogliamo provarci, mancano ancora 29 partite e sono tante – i motivi per crederci secondo il nuovo allenatore della Juve – poi nei tanti anni di carriera ne ho viste di tutti i colori: non vedo perché io mi debba accontentare”. Per il momento sembra utopia, la squadra si trova al settimo posto e ha sei punti da recuperare rispetto alla vetta, ma soprattutto ha ritrovato mercoledì una vittoria che mancava da metà settembre. Ecco perché la priorità è un’altra, “per un club come questo bisogna entrare in Champions, dobbiamo rimettere le cose in pari perché le altre corrono forte” l’obiettivo minimo da centrare in questi otto mesi contratto. Già, perché il legame è davvero così breve, nonostante Spalletti sia un big della panchina e la Juve abbia abituato in passato a creare progetti più duraturi: “Se non avessi creduto che questa squadra abbia delle potenzialità, nonostante abbia passato momenti difficili, perché avrei dovuto accettare un contratto di 8 mesi?” risponde il tecnico, che poi spiega di non aver bisogno di “essere assicurato nel proprio futuro, ma ritengo corretto che si valuti di volta in volta e poi si tirino le somme: non ho avuto nessuna difficoltà ad accettare un contratto così, e visto ciò che è successo precedentemente, fossi stato nella Juve avrei fatto così”.
Anche il dg Comolli, presente al fianco del nuovo allenatore bianconero con gli altri dirigenti Modesto e Chiellini, precisa i dettagli dell’accordo: “Abbiamo un contratto fino al termine della stagione, poi c’è l’opzione per il 2026/2027: non è un qualcosa sulla carta, vedremo come andrà la nostra collaborazione” la spiegazione del legame tra le parti. Ed è stata una trattativa rapida e “fluida”, come la definisce il vertice societario, “Domenica notte io, Modesto e Chiellini eravamo allineati per il cambio e lunedì abbiamo contattato Spalletti, poi giovedì è arrivato: è stato fatto tutto in tre giorni”. L’ormai ex tecnico Tudor è stato allontanato per la mancanza di risultati, come spiega Comolli. “Perdevo il sonno per le prestazioni della squadra” rivela il dg, ma Spalletti ci tiene a dedicare un messaggio al suo predecessore: “L’ho conosciuto e so che è una grande persona e un ottimo professionista, troverò una squadra in buone condizioni perché so come lavora”. L’ultima esperienza del toscano alla guida della Nazionale è stata disastrosa, in precedenza però aveva centrato l’impresa di vincere uno scudetto con il Napoli atteso da 33 anni e il suo approdo in bianconero ha scatenato le polemiche nel popolo azzurro.
“Abbiamo vinto un titolo splendido e ho instaurato un rapporto con quella gente che rimarrà intatto, mi hanno prelevato il sangue e lo hanno fatto dall’altra braccio, di qua non può essere toccato nulla – il retroscena sul tatuaggio con lo stemma del Napoli che sta facendo discutere – e poi è stato estrapolato ciò che ho detto su Napoli e sul Napoli, il fatto che non mi sarei messo nessun’altra tuta: era riferito a quella stagione lì e così è stato, ma non è che posso smettere di allenare”. Ora però è tempo di pensare al campo, Spalletti ha diretto un unico allenamento e ora dovrà scegliere l’undici per Cremona: “Può darsi che si dia continuità, poi si andrà anche a provare qualcosa di diverso” spiega l’allenatore, orientato almeno per il momento a confermare la difesa a 3 prima di mettere davvero mano sulla nuova Juve. Per l’esordio, però, ha perso due titolarissimi: Kelly si è fermato per noie muscolari, Yildiz è rimasto a Torino per una gestione dei carichi di lavoro. Due problemi in più per Spalletti al debutto.
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