Il croato fa il punto sulla preparazione: “Baroni ha portato idee nuove, le stiamo assimilando. Con ritorno di Zapata e i nuovi acquisti, abbiamo molta qualità”
Capitano in campo, vice fuori, leader ogni giorno: Nikola Vlasic ha le conoscenze e gli strumenti per ‘leggere’ il momento che sta vivendo il Toro.
Vlasic, a che punto siamo nel percorso di costruzione di un Toro tutto nuovo?
“Come visto a Valencia c’è tanto lavoro da fare. Ma è una difficoltà fisiologica per il momento della stagione in cui ci troviamo”.
Quanto è cambiato rispetto a un anno fa?
“Sono cambiate tantissime cose. Abbiamo un nuovo modo di giocare che ci richiede di provare ad impostare la giocata sin dal portiere. Oggi sbagliamo tanto, ma vogliamo imparare in fretta la proposta di calcio del mister. E fidatevi, lavoriamo tanto”.
Quando il processo di cambiamento potrà completarsi?
“Saremo sicuramente pronti per l’inizio della Serie A. Meglio aver perso a Valencia in amichevole e non il 25 a Milano, in campionato, contro l’Inter”.
Qual è l’elemento più prezioso di cui oggi ha bisogno il Toro?
“Il tempo, è la cosa più evidente. È un passaggio normale quando avviene il cambio dell’allenatore. C’è bisogno di tempo per capire a fondo le idee del mister, e per permettere ai nuovi arrivati di entrare nei meccanismi della squadra: loro devono sentire come la squadra gioca e i compagni devono capire qual è il loro modo di stare in campo”.
Baroni ambisce a un calcio relazionale: molti ruoli sono fluidi, tanti movimenti e si vede che le sinergie tra di voi sono da migliorare…
“E si vede pure che molti movimenti sono imperfetti. Ma partite come quella di Valencia, contro avversari forti, ci aiutano a capire a che punto stiamo. Il calcio del mister è bello, piace a tutti”.
Il tallone d’Achille tra Montecarlo e Valencia è stata la fragilità: come si può dare solidità?
“I gol subiti tra Monaco e Valencia sono tanti, senza dubbio. Il nodo da sciogliere non è però individuale, dobbiamo migliorare sulla capacità di difendere da squadra. Per questo, come dicevo, ci serve il tempo. Non sottovalutiamo poi la condizione fisica: quando le gambe andranno meglio migliorerà tutto. Abbiamo ancora nove giorni prima dell’Inter, a San Siro saremo pronti”.
Toro molto offensivo con 4 punte, il centrocampo può garantire il giusto equilibrio?
“Abbiamo giocatori che possono dare equilibrio, perché il centrocampo è forte. Penso a Ilic, Casadei, Anjorin: hanno le qualità per darci l’equilibrio tra difesa e attacco”.
Come immagina la stagione?
“Sono positivo, perché vedo che sono arrivati tanti giocatori forti. In più sta tornando Duvan: avrà bisogno ancora di un po’ di tempo, ma quando sarà al 100% ci darà un aiuto grandissimo. Possiamo fare cose belle. Ho fiducia in questo Toro, vedo qualità”.
Cosa significa il ritorno di Zapata?
“È stato bello vederlo in campo, è il nostro capitano. Quando è entrato sono stato felice per lui, lo stiamo aspettando da molto”.
“Il mister è sempre positivo, ci riempie di fiducia. Ci dice sempre di giocare all’attacco, di guardare in avanti: a lui piace il calcio offensivo. Parla tanto di atteggiamento, per lui la partita non è mai persa. Vuole uno scatto sul piano della mentalità”.
Come è entrato Simeone nel gruppo?
“Con un atteggiamento positivo. L’ho visto tranquillo, a suo agio. Quando si lavora si lavora, quando si scherza si scherza. Ha tanta esperienza in Serie A, si vede che lui capisce il calcio. E poi è un uomo delizioso”.
Mai visto lei così in forma ad agosto: cosa sogna dall’annata?
Il Fantacampionato Gazzetta è tornato, con il montepremi più ricco d’Italia! Iscriviti e partecipa
“Sogno di avere una stagione intera senza infortuni. Voglio e devo fare un anno completo: voglio giocare tutte le partite, fare tutti gli allenamenti senza saltare niente. Se ci riuscirò, per me sarà un buon campionato”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA