Uno dei tanti crucci del calcio italiano degli ultimi anni riguarda gli attaccanti. L’Italia si sta specializzando in attaccanti che sanno manovrare la palla e quindi essere funzionali al gioco di una squadra, ma che al tempo stesso non riescono ad essere incisivi negli ultimi metri avversari o che non sono in grado di fare il lavoro sporco.
Il problema è evidente quando si tratta di Nazionale: il calcio italiano non è più in grado di fare da serbatoio di attaccanti che riescono ad essere decisivi sotto porta e questa è una lacuna che deve essere colmata a tutti i costi.
Maurizio Viscidi, coordinatore delle nazionali giovanili, ha evidenziato questo problema in una recente intervista: «Per coltivare e sviluppare il talento, c’è bisogno di allenamenti specifici. Bisogna tirare in porta, allenarsi al dribbling, allo smarcamento sotto porta. Invece si fanno partitine mirate alla tattica, al possesso palla. Così a 21 anni il talento si è appiattito, svilito in nome del collettivo».
Ancora, in un’altra intervista, lo stesso Viscidi aggiunge: «Le nostre giovani punte non sanno più fare il mestiere dell’attaccante perché non si allenano a farlo: gli viene insegnato a venire incontro per la sponda, mai a leggere e attaccare la profondità […], cercano pochissimo la porta anche perché vengono allenati pochissimo a tirare in porta».
Negli ultimi anni, di fatto, solo Immobile ha rappresentato quel prototipo di attaccante in grado di attaccare la profondità con i tempi giusti. Scamacca poteva sì costituire una valida alternativa, ma il suo percorso è incostante e comunque intralciato da guai fisici. È anche questo uno dei motivi per cui si è dovuti aggrappare a Mateo Retegui, ormai stabilmente nelle rotazioni della Nazionale italiana.
In questo contesto, potrebbe inserirsi anche Nicholas Bonfanti, classe 2002 che è già a quota 4 gol in Serie B. Per quanto, chiaramente, la Serie B abbia un livello di difficoltà diverso rispetto alla Serie A, sarebbe riduttivo fermarsi a questo per valutare un’eventuale convocazione di Bonfanti, anche in ragione della sua lunga trafila nei professionisti nonostante i soli 22 anni d’età.
La trafila di Nicholas Bonfanti
Lo Squalo – così è soprannominato per via della sua esultanza – ha mosso i suoi primi passi nella Virtus Bergamo e poi, nel 2017 a 16 anni d’età, è stato aggregato nella giovanili dell’Inter. Con i nerazzurri, ha giocato nell’Under 16, Under 17 e nella Primavera del club, ottenendo anche una convocazione in Champions League sotto la gestione di Simone Inzaghi.
È proprio nel contesto Inter che è avvenuta la sua trasformazione di ruolo: mister Andrea Zanchetta – all’epoca allenatore dell’Under 17 e ora allenatore della Primavera dei nerazzurri – ha ritenuto di spostarlo dall’esterno al centro dell’attacco, andando a comporre una coppia di centravanti formata da Nicholas Bonfanti e Sebastiano Esposito. È stato in quel momento, per sua stessa ammissione, che ha imparato a giocare in profondità e a sfruttare la sua potenza fisica.
Nonostante l’esperienza nella Primavera di una big italiana, Bonfanti, con ancora un anno di contratto rimanente, ha deciso di cambiare aria: «Avevo un altro anno di contratto con l’Inter, ma con il mio agente, avevo già pensato di andare via perché ritengo che la Primavera sia comunque un passaggio. Il calcio dei grandi è totalmente diverso che sia A, B o Lega Pro. Sapevo che il Modena si era interessato a me e che aveva una società nuova, forte e ambiziosa. Avevo anche altre proposte, ma non belle come il Modena e quindi sono venuto qui.».
Con i colori gialloblu indosso, lo Squalo di Seriate ha collezionato 58 presenze e 18 gol, prima di spostarsi nel gennaio 2024 in via definitiva al Pisa, in uno scambio che ha coinvolto anche l’attaccante Ettore Gliozzi. Nonostante l’annata non brillante del Pisa, sotto la guida di Alberto Aquilani, Bonfanti ha comunque totalizzato 5 gol in 16 partite. Un discreto bottino per un giovane calciatore che deve inserirsi in un contesto nuovo a stagione in corso.
Bonfanti nel nuovo Pisa di Filippo Inzaghi
Con l’arrivo di Filippo Inzaghi sulla panchina del Pisa, era ragionevole aspettarsi che la proprietà dei toscani volesse subito ritornare protagonista del campionato cadetto. D’altronde, l’ex campione del mondo ha dimostrato di essere un allenatore di assoluto livello nel campionato di Serie B, riuscendo a valorizzare i tanti giocatori giovani a sua disposizione. Basta ricordare come Giovanni Fabbian sia sbocciato sotto la sua guida tecnica nell’esperienza di Reggio Calabria.
Avere come allenatore un attaccante della generazione d’oro non può che rendere la sfida ancora più allettante. Lo stesso Bonfanti ha riconosciuto che lavorare sotto i dettami di Inzaghi è un continuo sprone e, dall’altro lato, Inzaghi non ha nascosto le sue aspettative nei confronti del suo bomber: «Bonfanti deve ambire a qualcosa di importante, deve segnare 20 gol a fine campionato. Glielo ricordo ogni giorno».
Nonostante l’ottimo avvio di campionato del Pisa e del suo attaccante, l’arrivo di Filippo Inzaghi poteva porre qualche problema tattico nell’utilizzo di Bonfanti: fin dalla sua prima esperienza come allenatore del Milan, l’ex attaccante ha dimostrato di prediligere l’utilizzo di un attaccante non proprio di ruolo. Un’idea che, ad esempio, ha portato Ménez a giocare come falso nueve sia nel Milan che nella Reggina con ottimi risultati.
In questo senso, l’acquisto di Mehdi Leris – giocatore sul quale Inzaghi aveva speso importanti parole di apprezzamento – poteva comportare un utilizzo minore dell’attaccante lombardo. Il grave infortunio occorso al centrocampista arrivato dallo Stoke City però ha limitato le soluzioni in questo senso e, inevitabilmente, Bonfanti si sta ritagliando un ruolo sempre più da protagonista in questa squadra.
Le qualità di Nicholas Bonfanti
Si diceva prima tra le righe che Nicholas Bonfanti è un attaccante completo, che reincarna un po’ l’attaccante sgobbone vecchio stile. Non a caso, i suoi idoli (Vieri, Lukaku, Belotti) ricalcano proprio lo stereotipo dell’attaccante di sacrificio, che fa a botte con i difensori, ma che all’occorrenza si dimostra cinico e spietato di fronte alla porta. Di questi, però, Bonfanti non ne possiede la stazza fisica, anche se fa della forza uno dei suoi principali strumenti.
Senz’altro, lo Squalo spicca per capacità di occupare l’area di rigore, ma allo stesso tempo anche nella capacità di proteggere palla e di giocare spalle alla porta. Dal punto di vista realizzativo, ha già dei numeri che lo collocano sopra la media degli attaccanti: secondo i dati fbref nell’ultimo anno ha mantenuto una media di 0.61 gol per 90’ (83° percentile) e ha generato 0.44 non-penalty expected goals per 90’ (76° percentile).
In generale si può dire che non sia particolarmente coinvolto nella manovra: tocca circa 21.94 palloni per 90’ minuti e questo lo rende uno dei giocatori che toccano meno palloni nel proprio cluster di riferimento. Tuttavia, si deve evidenziare che, a fronte di pochi tocchi, ha una percentuale pari al 73% di passaggi completati (che comunque deriva da pochi passaggi effettuati nel corso della partita).
Questi numeri non proprio perfetti in fase di costruzione della manovra vengono compensati da doti più spiccatamente offensive: una buona percentuale di tiri in porta (42,9% per 90’ – 69° percentile) e un buon tasso di conversione di tiri in gol (0.18 per 90’ – 74° percentile). Numeri che comunque sono in crescita se si prende ad esame solo la nuova stagione calcistica con la maglia nerazzurra del Pisa.
I margini di miglioramento: futuro azzurro?
Sebbene il repertorio sotto porta di Nicholas Bonfanti sia abbastanza completo, ci sono comunque molti margini di miglioramento, che gli permetterebbero anche di potersi affermare in una categoria superiore specialmente in un momento di penuria di attaccanti d’area di rigore.
Al di là di quanto si è detto in merito al poco coinvolgimento nella manovra, dai dati fbreb emerge anche una scarsa propensione a vincere i duelli aerei. I numeri, tutto sommato, non sono però così bassi: 43,3% di duelli aerei vinti (55° percentile). Si può dire, in sintesi, che i limiti riguardino principalmente la fase di possesso, una fase ormai essenziale per affermarsi come giocatore di buon livello in una massima serie.
Sicuramente, si deve evidenziare che Nicholas Bonfanti è un giocatore già “responsabile” e maturo, pronto a caricarsi il peso dell’attacco nei momenti di bisogno. Anche il fatto che sia uno dei rigoristi della squadra indica il grado di personalità e consapevolezza che ha raggiunto nel corso di questi anni di Serie C e B. Se manterrà questa costanza e sgrezzerà il suo repertorio tecnico sarà abbastanza facile vederlo in un palcoscenico più grande. D’altronde, di attaccanti di razza ne sono rimasti in pochi.
Source link
RELATED POSTS
View all