Serie B, le pagelle del weekend: Juve Stabia da 7,5. Alla Samp saltano i nervi

La copertina della 26ª giornata di Serie B se la prende ancora la capolista, che supera facilmente anche il Brescia. Stecca invece la Sampdoria, che non riesce a lasciarsi alle spalle la zona playout. Vediamo promossi e bocciati del weekend.

La prima rete di testa da palla inattiva, la seconda in contropiede (specialità della casa, che ha portato al gol per la decima volta). Pur senza luccicare particolarmente, il Sassuolo ha imposto a un combattivo Brescia la sua legge piazzando così – mentre le altre hanno frenato – l’allungo risolutivo per l’immediato ritorno in A. Qualche numero, a supporto del dominio: dieci vittorie interne di fila, 58 i gol del migliore attacco del campionato, 15 i marcatori diversi grazie a Lovato. Grosso prova a farsi scivolare addosso il concetto di giornata decisiva, ma ci siamo quasi…

Risulta ormai inopportuno parlare di sorpresa: la Juve Stabia ha andatura e spirito da playoff, abbinata alla capacità di fiorire – nella testa e nelle gambe – nel cuore della stagione, come accaduto un anno fa nella cavalcata promozione in C (anche lì, iniziata a fari spenti). Sull’asse tra l’allenatore Pagliuca e il d.s. Lovisa – quantomai diversi per carattere e carta d’identità, ma profondamente complementari – è stata costruita una squadra organizzata e completa, che corre e segna salendo sulle spalle di un bomber come Adorante che sta finalmente rispettando le promesse di inizio carriera. Un dato: dei 16 giocatori utilizzati contro il Cosenza, ben 12 nella passata stagione erano in C (a Castellammare o altrove) e uno addirittura in Primavera, il baby Fortini cresciuto nella Fiorentina, al primo gol tra i professionisti tre giorni dopo il suo diciannovesimo compleanno.

Se il Sassuolo ha disinnescato la concorrenza per il primo posto, la lotta in vetta alla classifica marcatori rimane appassionante. Nel turno in cui i coinquilini al vertice (Iemmello, Laurienté e Pio Esposito) hanno tutti timbrato, si fa vedere negli specchietti anche Adorante con la sua doppietta al Cosenza. A proposito di bomber, nota a margine: Massimo Coda è arrivato alla quarta panchina di fila nella Sampdoria, certificazione del fatto che non sia più una prima scelta per Semplici. Almeno in questa fase.

Da quando è arrivato a Bolzano, Fabrizio Castori ha trasmesso alla sua squadra la voglia di azzannare le partite. Con la sana cattiveria di chi, a questa Serie B, vuole rimanere attaccato in un modo o nell’altro. Il dato fa impressione: nelle cinque gare interne sotto la gestione del tecnico marchigiano, il Südtirol ha trovato il gol per cinque volte nel primo quarto d’ora (e in quattro casi, addirittura, entro l’ottavo minuto). Contro la Samp alla resa dei conti è stato risolutivo il rigore di Casiraghi nel finale, ma la partita era stata comunque indirizzata – anche psicologicamente – dal primo tiro in porta di Merkaj al 5’, su un grande spunto di Molina. Al Druso, nella sostanza, si parte sempre da 1-0 per loro.

La voglia di sopravvivenza del Frosinone ha riportato in parità lo scontro salvezza con la Reggiana a tempo ormai scaduto. Risultato che non fa la differenza né per l’una né per l’altra (separate da sei punti), ma dal pomeriggio dello Stirpe è emersa un’altra prestazione sopra le righe di Alessandro Sersanti. Il centrocampista della Reggiana, nel giorno del suo ventitreesimo compleanno, aveva sbloccato la partita trovando il quarto gol stagionale (terzo nelle ultime sette partite, quando il rendimento si è impennato). Nel cuore della stagione, è diventato uno dei centrocampisti più determinanti della B.

La mezza rovesciata di Mattia Valoti per il vantaggio della Cremonese al San Nicola aveva illuminato un pomeriggio diventato poi grigio, che passerà agli atti più per le polemiche sulla presunta offesa razzista a Dorval (alle accuse di Longo ha fatto seguito la smentita della Cremonese, sarà la Procura federale a indagare) che per quanto visto sul campo. Qui, in ogni caso, il premio che ci piace sempre assegnare al gol più bello della giornata.

Il colpo di testa del ritrovato Touré – decimo gol di squadra per vie aeree –, poi l’espulsione di Donnarumma. Il vento sembrava a favore per il Pisa, che avrebbe colto al Manuzzi un successo utile ad allargare il distacco sul terzo posto dello Spezia (lo scontro diretto del 9 marzo al Picco ha tutto per risultare decisivo). Ma stavolta si può imputare a Inzaghi eccessiva prudenza nell’aver pensato alla protezione del risultato, passando a un coperto 3-5-2. “Non è nel nostro dna abbassarci così – l’analisi di Pippo – ma altri attaccanti da mettere non ne avevo”. Il bilancio parla di un solo punto nelle ultime due partite, dopo lo scivolone col Cittadella. Di riflesso, sono evidenti i meriti del Cesena nell’averci creduto: la seconda partita casalinga recuperata con un uomo in meno (era accaduto anche col Bari, a fine gennaio) non può essere un caso.

Quando una stagione è già piena di problemi, crollare anche sul piano nervoso complica tutto. Spaesato dopo essere finito sotto col Mantova, il Palermo l’aveva ripresa col rigore di Pohjanpalo ma – nemmeno il tempo di gioire – si è ritrovato in dieci per l’evitabile rosso a Ceccaroni. E da lì, ovviamente, c’è stato poco da fare per andare oltre il pari (comunque meritato da Possanzini). Nella sconfitta della Sampdoria al Druso, invece, i due cartellini rossi (per doppio giallo) di Ferrari a fine primo tempo e di Depaoli nella ripresa hanno chiaramente messo nei guai Semplici. “Sulla prima espulsione ho qualche dubbio – l’analisi del tecnico –, mentre sulla seconda è evidente che un giocatore già ammonito non deve lasciarsi andare a una simile reazione”. Ecco.