Il centrocampista bianconero non ha ancora trovato il gol in Italia: “Devo migliorare, prendo l’Udinese alla Playstation ma il mio alter ego non è così forte…”
Il prossimo sarà lui. Perché è bastato un campionato, quello scorso, per capire le qualità di Arthur Atta, 22 anni, francese di Rennes che l’Udinese ha preso in prestito dal Metz e riscattato a giugno per otto milioni di euro. Una cifra alta per i parametri di Gino Pozzo che, quindi, ha ritenuto che l’investimento andava fatto. Atta ha stupito tutti, sin dai primi minuti che Kosta Runjaic gli ha concesso fino a guadagnarsi la titolarità. Il calcio lo ha in testa e nel sangue. “Mio papà era calciatore. Ho cominciato da bambino a 5 anni, a Rennes, in una Academy, Saint Jacques, facendo vari ruoli. A 15 anni sono andato al Metz dove sono arrivato a ottenere la promozione in Ligue 1. Ho studiato prendendo un diploma che è la vostra maturità. Ho ancora tanti amici lì”.
Quindi non tifa per il Psg?
“No, sono affezionato a Rennes e Metz perché fanno parte della mia vita”.
Chi erano i suoi idoli da ragazzino?
“Ho sempre guardato tanto calcio in tv. È stato Cristiano Ronaldo. Poi Toni Kroos”.
“Mi è piaciuto McTominay del Napoli. E aspetto di incontrare De Bruyne e Modric, sono incuriosito da questi due campioni”.
Quando è arrivata la proposta dell’Udinese cosa ha pensato?
“Che quello italiano, dopo o insieme alla Premier League, è il miglior campionato che c’è. La possibilità è arrivata a fine mercato e ho detto subito sì, è stata un po’ una sorpresa, ma volevo muovermi. L’Udinese è un club top, che sta da più di 30 anni in serie A, con strutture eccellenti e tifosi sempre presenti e vicini alla squadra”.
Lei si è guadagnato il posto fisso. Cosa le ha insegnato l’esperienza francese?
“A provare a impormi, ad avere più personalità. Sul campo ho sempre voglia di vincere”.
Però in bianconero non ha ancora segnato.
“Vorrei farlo, so che quando succederà sarà fantastico. Mi piace inserirmi e andare al tiro, usando soprattutto il destro”.
Da quel che si è visto nello scorso campionato può ricoprire più ruoli a centrocampo. Ma quale è il suo vero ruolo?
“Direi mezzala, centrocampista box to box. Io gioco dove mi chiede Runjaic”.
Cosa le chiede l’allenatore?
“Di stare più avanti e provare a fare più gol. Mi dà consigli per essere migliore, per capire ancora di più il modo in cui vuole giocare. Faccio tutto per rispettare le sue istruzioni. Perché quando sono arrivato avevo tante cose da imparare”.
“Molto più tattica del campionato francese dove sono stato prima. Comunque, ripeto, un campionato di alto livello con grandi giocatori”.
“Molto bene. Sono da solo, per ora. Sono single, abito in centro. Mangio quasi sempre all’Udinese. Colazione, pranzo e spesso mi porto dalla nostra sede la cena a casa. È tutto molto organizzato. Comunque ho un debole per la pasta. È buonissima. E sto imparando la vostra lingua” (l’intervista è stata fatta tutta in italiano, ndr).
Siete una colonia francese a Udine. Capeggiata dal capitano Florian Thauvin e col supporto in difesa di un giocatore forte di personalità come Oumar Solet.
“Sì, effettivamente siamo un gruppetto meraviglioso. Tutta gente che ha già viaggiato e parlo anche di calciatori come Kamara e Kabasele. Florian non so nemmeno se ci sia bisogno di dire quanto è forte e cosa riesce a fare col piede sinistro. Ha una visione di gioco incredibile. Ed è un esempio. Anche a me dà tanti consigli. Mi dice sempre che devo stare tranquillo”.
Anche perché questo per lei è davvero l’anno decisivo.
“Spero lo sia soprattutto per la squadra. Io spero possiamo fare una bella stagione, visto che abbiamo maggior esperienza e ci conosciamo meglio”.
Che mi dice di Pafundi, chiamato a fare il salto?
Qual è la squadra più forte della serie A?
“Assolutamente l’lnter. Ha tanti grandi calciatori”.
“Un giorno vorrei giocare la Champions League, questo sì”.
Per ora ci gioca sulla Playstation?
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“Non gioco troppo. Prendo la squadra in cui sono perché era sempre un sogno essere nel gioco. Ma devo essere più forte sul campo perché attualmente il mio giocatore sulla play non è troppo forte”.
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