Zanetti: “Il Verona è solido. Ha idee, lavora e fa il pieno d’energia della nostra gente”

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Il tecnico dal ritiro di Folgaria: “Ebosse è ancora un top. Bernede lo vedo play, Giovane ha grande tecnica”

Giulio Saetta

Giornalista

Continuità è il fil rouge fra il Verona e Paolo Zanetti. Per l’Hellas questa è la settima stagione di fila in Serie A. Per il tecnico, una conferma che se oggi appare naturale, è però passata attraverso una genesi molto complicata. “Sapevo che per rimanere si doveva passare per un risultato sportivo importante come la salvezza — spiega l’allenatore dal ritiro di Folgaria —, raggiunta con merito e tanto lavoro. Ho sempre detto che è un privilegio essere qui. Sono molto carico nel continuare con questo gruppo di lavoro che conosco e che ha concetti consolidati, che è già avanti sotto alcuni aspetti, anche se probabilmente cambierà altri volti”. 

Sarà il primo campionato che la nuova proprietà Usa potrà gestire dall’inizio. 

“Da un punto di vista tecnico abbiamo un ds esperto che fa viaggiare le cose sul binario giusto e questo è quello che più ci interessa, essere coordinati è stato il segreto dell’anno scorso e deve continuare a esserlo. Poi si vedono già dei cambiamenti, il club sta operando per migliorare tante cose, come per esempio il centro sportivo, e ci sta dimostrando di volerlo fare con i tempi che servono”. 

Questo clima di fiducia lo avvertono anche i tifosi: se ne aspettava così tanti lì a Folgaria, in ritiro? 

“Sì, perché la gente del Verona è speciale, riempie lo stadio anche con la squadra in C o in D. A maggior ragione, dopo una salvezza entusiasmante, seppur sofferta. È bello qui perché è il primo vero momento dove siamo veramente in contatto con i nostri tifosi. Occasione d’oro anche per i nuovi di assorbire tutta questa energia positiva”. 

Avete ceduto Coppola e Ghilardi, due pezzi importanti, come importanti erano le offerte economiche. È stato lei a valorizzarli? 

“Beh, Ghilardi non ancora… Comunque sì, è parte importante del mio ruolo, per creare un patrimonio che garantisca continuità al progetto del club. Ci sta che nel nostro modus operandi qualche buon giovane possa partire, anche perché è giusto non negargli opportunità importanti, a patto ovviamente di offerte congrue al suo valore. Il merito quindi è sempre del club che prende i ragazzi, loro per quello che fanno in campo e mio perché li alleno. È una catena di montaggio per arrivare a un prodotto di valore”.

E vi state muovendo bene anche sul mercato in entrata. 

“Abbiamo perso diversi giocatori fra cessioni, prestiti, contratti scaduti, anche delle colonne dell’anno scorso. Stiamo cercando di fare le scelte giuste, in maniera oculata perché non possiamo fare spese folli. In questo senso il ds Sogliano ci dà ampie garanzie e lo ha dimostrato tantissime volte. Gli ultimissimi arrivi, Yellu Santiago e Unai Nuñez, sono elementi di spessore”. 

A proposito di nuovi, Ebosse sembra che giochi con voi da una vita. 

“È molto intelligente e non gli scotta la palla fra i piedi. È stato sfortunato, arriva da tre crociati e ciononostante gioca nel Verona. Significa che aveva quel potenziale per arrivare in un top club. A noi dà quel bagaglio di esperienza che ci serve tanto”.  

Anche Oyegoke bene come braccetto di destra. 

“Sto provando a specializzarlo, anche per necessità. Può fare sia il quinto che il terzo di difesa. Ha buone qualità fisiche, deve migliorare su alcuni aspetti tattici ma parte da un ottimo potenziale. E comunque l’intuizione è merito di Sogliano…”. 

Bernede play sembra funzionare. 

“È perfetto per il ruolo, ha qualità e tranquillità, ma può giocare anche a due in mezzo in caso decidessimo di modificare l’assetto. In questo momento stiamo lavorando fra il 3-5-2 e il 3-4-2-1”.  

Su Suslov e Montipò ci contate vero? 

“Certo. Sono chiacchierati sul mercato come altri, e questo è motivo di orgoglio, significa che l’anno scorso abbiamo fatto bene. Ma ora sono qui, concentrati, e non hanno chiesto la cessione. Poi le vie del mercato sono infinite, ma finché sono con noi voglio che stiano al 100% con la testa sul Verona”. 

L’anno scorso qualche gol in più dalle punte avrebbe giovato a salvarsi prima, si aspetta arrivi un bomber potenzialmente prolifico? 

“Mosquera al primo anno ha fatto cinque gol; Sarr, che non aveva mai segnato, quattro. E avevamo un giocatore potenzialmente da doppia cifra come Tengstedt, fermato dagli infortuni. Oggi abbiamo preso Giovane che ha già dimostrato qualità tecniche sopra la media. È abituato a giocare esterno ma sta lavorando più dentro al campo. C’è da capire quale sarà poi l’evoluzione, può giocare sia nelle due punte sia da solo davanti. Ma la cosa più importante è che lo scorso anno non ci siamo affidati a un giocatore solo, siamo stati fra quelli in gol con più uomini. Il concetto di squadra deve essere fondamentale anche quest’anno”.



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