Modulo Fiorentina: Pioli prova Gudmundsson alle spalle di Dzeko e Kean

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Qualità, tagli e tanto gioco: l’allenatore vuole una squadra propositiva

Francesco Velluzzi

Giornalista

Entusiasmo, passione, motivazioni, energia, sorrisi. E abbonamenti. Perché lo Stefano Pioli ter ha fin qui portato 10.500 vecchi abbonati a rinnovare la tessera per il 2025-26. Che al Viola Park è cominciata sotto il segno del sorriso. Pioli, già viola da calciatore e poi da tecnico, è alla prima volta soltanto nel bel centro di Bagno a Ripoli dove si svolge tutta la vita della Fiorentina e la prima parte del ritiro. 

Laboratorio

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Quel che si è sentito dai primi giorni di lavoro è che qualcosa è davvero cambiato. Anche per il pubblico che assiste agli allenamenti pomeridiani. Le sedute mattutine si svolgono a porte chiuse. Pioli entra in campo, si prende gli applausi e saluta i tifosi. Avverte l’entusiasmo di una città che gli vuole bene e in cui sta per trovare casa. Poi comincia il lavoro. Il tecnico parmigiano lo vive molto dentro il campo anche se il suo numeroso staff, ben dodici persone, è attivo in tutto, dalle partitelle allo spostamento delle piccole porte. Quel che subito colpisce è che l’allenatore viola ha per ora impostato il suo piano sullo schema 3-4-1-2. Vuole la qualità.

Scommessa Gud

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E per questo motivo sta provando da subito a capire se potrà giocare con Albert Gudmundsson, libero di inventare e spaziare, dietro Edin Dzeko e il totem Moise Kean. La sua grande scommessa è questa. Per fare ciò il gioco deve obbligatoriamente cambiare rispetto alla passata stagione. Pioli chiede più fraseggio e propositività, chiede agli esterni Dodo e Gosens di entrare con dei tagli dentro il campo, ma senza mai tralasciare le loro attitudini di corsa e cross. A Fagioli, che per ora cuce il gioco, con il supporto fondamentale di Rolando Mandragora, prossimo al rinnovo per altri 4 anni a quasi due milioni, dice di partire pure dal basso. Una costruzione che non disdegna per superare la prima linea di pressione avversaria. Insomma, il lancio lungo per Kean è un ricordo, anche se non è bandito a priori. Ma è Dzeko che spesso sale per diventare una sorta di regista offensivo vista l’ottima visione di gioco. La difesa sembra leggermente più alta, partecipa e quando serve, vedi Ranieri con la Primavera al perfetto cross da sinistra per Moise, scende. Comuzzo sembra in vantaggio su Pongracic. De Gea gioca con i piedi ed è coinvolto nella manovra. Insomma, una Fiorentina più costruttiva e propositiva.

Impatto

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In questa prima parte l’atletica conta. I collaboratori di Pioli, tre preparatori atletici, Osti, Peressutti e Butini, con il sostegno del vice Andrea Tarozzi, coordinano tutto. E al Viola Park non fa fresco eh… Ma poi arrivano gli zuccherini: in programma partitelle, mini tornei, tiri in porta che decretano un vincitore. Pioli ama scherzare con i suoi calciatori. Sa motivarli e coinvolge tutti, in campo sembra che sia un fratello maggiore. Non è un sergente di ferro, ma esistono comunque le regole: gli orari, la puntualità, il rispetto del gruppo. Su questo fronte è vietato sgarrare. Si cena in gruppo, con Pioli che ha un debole per la pappa al pomodoro. Il suo progetto non prevede una rosa extralarge, con due giocatori per ogni ruolo, quindi 25-26 al massimo. Sottil, Bianco, Ndour, Richardson, ora assente per motivi familiari, si giocano la stagione in questo mese. Ikoné, Barak, Infantino, Brekalo e Nzola difficilmente partiranno lunedì per l’Inghilterra.



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