Il neo arrivato è già innamorato di Napoli: “Ho passato solo due giorni in città ma non ci sono paragoni con l’Olanda e col modo di vivere il calcio. Lavorerò duro, ma non a ritmo di rap”
Noa Lang è quel picco di spregiudicatezza che al Napoli serviva. È sfrontato, sicuro di sé, di talento e personalità. E di sicuro non ama nascondersi. “Sono qui per vincere” dice serenamente durante la presentazione in Trentino. E non è spocchia, piuttosto consapevolezza di ciò che può dare a una squadra comunque già forte. “Amo dribblare palla al piede. Sono un tipo di giocatore che i tifosi amano vedere giocare allo stadio. Il Napoli è un grande club, ha tifosi in tutta Italia. Ho passato solo due giorni in città e ho visto bandiere ovunque. Non ci sono paragoni con l’Olanda e col modo di vivere il calcio”.
L’impatto
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Sotto la guida di Conte, dunque, Noa dovrà migliorare soprattutto l’aspetto tattico e del sacrificio. “È stata la prima cosa di cui ho parlato con lui al telefono e non avevo ancora deciso di venire a Napoli. La tattica prima di tutto. È vero, i suoi allenamenti sono molto intensi e duri, la prima cosa che ho imparato in Italia qui è dire “sono stanco”. Ma questo è positivo per me, mi fa uscire dalla mia zona di comfort. Ora bisogna lavorare duro per diventare la miglior versione di me. Credo che Conte sia l’allenatore giusto per la mia carriera”. L’essere l’erede di Kvara non sarà un peso: “Sono fiducioso del mio futuro in questo club. Lui è un grande giocatore, ma io sono un giocatore diverso. Credo molto nelle mie qualità, anche la società ha riposto molta fiducia in me. Voglio scrivere qui la mia storia”. Che sarà fatta di dribbling, assist e gol. “Giocatori come me vengono raddoppiati e triplicati in Italia? Beh, anche in Champions è stato spesso lo stesso, per me non c’è problema. Significa che ne dovrò saltare due…”. L’ambientamento procede bene: “Dividere il campo con giocatori come De Bruyne e Lukaku mi riempie di orgoglio. Si sta creando già un buon feeling con loro. Ho spinto tanto per venire a Napoli già da gennaio. Lì il Psv si oppose, stavolta la trattativa si è chiusa e sono felice”.
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Calcio e musica
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L’Italia era nel suo destino, però quando fu trattato dal Milan non fu mai realmente vicino al trasferimento. “Ci furono degli incontri col mio agente e con mio padre, ma nulla di più. Amo l’Italia, mi piace la cultura e il popolo, oltre che la cucina. Non vedo l’ora di scoprire questo paese dal punto di vista calcistico”. Napoli è calcio e musica, proprio come Noa, un rapper da milioni di dischi venduti che ha già incrociato Geolier. “La musica mi fa stare bene, mi piace farla nel tempo libero. Chiederò il permesso alla società per farla anche qui, altrimenti ascolterò la musica italiana. Feat con Geolier? Vediamo, già l’ho conosciuto il giorno della firma del contratto, è venuto allo stadio e vediamo cosa può succedere”. Lang vuol far ballare il Maradona con i suoi colpi magici. Il resto, si vedrà.
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