Clostebol, che cos’è la sostanza trovata nel sangue di Sinner
August 21, 2024 | by allcalcio.it
È il Clostebol la sostanza rinvenuta nel sangue di Jannik Sinner e che ha costretto il numero uno del tennis mondiale a dimostrare la propria estraneità a qualsiasi forma di doping. L’azzurro era risultato positivo a un test effettuato lo scorso aprile, ma un’indagine indipendente dell’Itia, l’agenzia antidoping del tennis mondiale, lo ha scagionato, per una “assunzione inconsapevole”, dovuta alla sostanza utilizzata dal suo fisioterapista.
I precedenti casi in Italia
Il Clostebol Metabolita è uno steroide anaboilizzante derivato dal testosterone che si trova anche in pomate (come Trofodermin) o spray utilizzati per far cicatrizzare più in fretta le ferite. Proprio per questo scopo lo utilizzò l’atleta paralimpica Martina Caironi, tre ori tra i Giochi di Londra e quelli di Rio: aveva usato una crema cicatrizzante per un’ulcera a uno dei monconi dell’arto amputato. Fino allo scorso anno, in Italia 38 atleti erano stati trovati positivi a questo steroide. Nel calcio invece era risultato positivo, nell’estate del 2022, l’argentino dell’Atalanta Luis Palomino: come per Sinner e Caironi nel suo sangue era stato rintracciato il Clostebol: alla fine, dopo quattro mesi, Palomino fu assolto. Il Clostebol è uno degli steroidi che gli atleti della Repubblica Democratica Tedesca furono costretti a usare tra la fine degli Anni 60 e la fine degli Anni 80. In quel caso si parlò di doping di Stato perché gli sportivi che lo assumevano non potevano scegliere se ricorrere o meno alle sostanze dopanti.
“Nessun beneficio da utilizzo per via cutanea”
Le quantità molto limitate individuate nelle analisi di Sinner sarebbero legate all’uso di un farmaco in pomata da parte del suo fisioterapista che poi avrebbe contaminato il tennista per via cutanea, secondo le indagini del International Tennis Integrity Agency (Itia). Il Clostebol, spiega all’Adnkronos Salute il farmacologo Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano, “è un testosteroneico che può aumentare la massa muscolare ma non certo se utilizzato per via cutanea. Se sotto accusa c’è una pomata è più che evidente che l’intenzione dopante non c’è. Per il doping servono dosi e preparazioni diverse. Parliamo di una sostanza utilizzata sicuramente in passato e anche adesso fa parte dei molti i derivati del testosterone utilizzati da sportivi scorretti”. Nel doping “per quanto riguarda il testosterone, il problema della via di somministrazione è fondamentale” – continua Garattini – “perché è quello che determina il successo dell’utilizzo. L’uso per via orale o per via iniettiva può dare effetti. Ma se usato per via cutanea non può determinare granché. La via cutanea non avrebbe alcun senso. In questo quadro l’esito dell’indagine antidoping era scontato”, conclude Garattini.
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