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Cos’è il Clostebol e come Sinner si è contaminato. I precedenti e perché è stato creduto

August 20, 2024 | by allcalcio.it

Cos’è il Clostebol e come Sinner si è contaminato. I


diMarco Bonarrigo

Lo steroide vietato è contenuto in una pomata in vendita in farmacia chiamata Trofodermin

Ancora lui, il Clostebol metabolita, lo steroide anabolizzante che ha mietuto decine di vittime (sportive) tra gli atleti di tutto il mondo e ora si materializza in riferimento a Jannik Sinner, numero uno del tennis mondiale, trovato per due volte positivo alla sostanza (il 10 e il 18 marzo scorsi) prima in un controllo in competizione durante il torneo di Indian Wells e poi otto giorni dopo in un test a sorpresa.

Il caso Sinner

 La notizia l’ha rilanciata sul suo sito, a procedimento disciplinare concluso, l’International Tennis Integrity Agency (Itia) che dal 2021 (sul modello dell’atletica leggera e del ciclismo e su impulso di ATP, ITF, WTA e degli organizzatori dei grandi slam) effettua i controlli sugli atleti e amministra i relativi procedimenti disciplinari in modo indipendente dopo decenni in cui l’antidoping del tennis era gestito in modo artigianale all’interno delle federazioni.




















































La «contaminazione»

«Dopo ogni test positivo a Sinner è stata applicata una sospensione provvisoria — spiega un comunicato di Itia — e in entrambe le occasioni Sinner ha fatto ricorso con successo contro la sospensione provvisoria e quindi ha potuto continuare a giocare. L’atleta ha spiegato che la sostanza era entrata nel suo organismo a causa della contaminazione da parte di un membro del team di supporto, che aveva applicato uno spray da banco (disponibile in Italia) contenente Clostebol sulla propria pelle per curare una piccola ferita. Quel membro del team di supporto ha applicato lo spray tra il 5 e il 13 marzo periodo durante il quale ha anche fornito massaggi giornalieri e terapia sportiva a Sinner con conseguente contaminazione transdermica inconsapevole. Dopo aver consultato esperti scientifici, che hanno concluso che la spiegazione del giocatore era credibile, l’ITIA non si è opposta ai ricorsi del giocatore per revocare le sospensioni provvisorie. È seguita un’indagine approfondita da parte dell’Itia, comprese molteplici interviste con Sinner e il suo team di supporto, tutti i quali hanno collaborato pienamente al processo. In seguito a tale indagine, e in linea con il parere scientifico indipendente, l’Itia ha accettato la spiegazione del giocatore in merito alla fonte del Clostebol trovato nel suo campione di urine e che la violazione non era intenzionale». Sinner non è stato squalificato ma soltanto privato dei punti Atp (400) e del denaro guadagnato a Indian Wells (circa 300mila euro) dove aveva giocato sotto l’effetto della sostanza. La decisione di mantenere segreto il caso fino all’esito del processo (che si è concluso il 14 agosto) fa parte delle prerogative di atleta e tribunale.

Il metabolita

Il Clostebol metabolita in farmacologia è contenuto solo in una pomata e uno spray venduti in Italia sotto il nome di Trofodermin, che riporta chiaramente nella confezione la scritta «doping». Il farmaco unisce allo steroide un antibiotico e cura ferite che faticano a rimarginarsi, abrasioni e ulcere di una certa gravità. Il principio attivo dopante è altamente trasmissibile: ne basta applicarne pochissimo sulla pelle perché questo entri in circolo e dia positività. E anche se è praticamente impossibile pensare a doping intenzionale con una sostanza del genere, le pene comminate dai tribunali antidoping possono essere molto severe in particolare con gli atleti professionisti la cui negligenza può essere considerata grave. E se il difensore dell’Atalanta Palomino è stato assolto dal Tribunale Antidoping nel 2023 (dimostrò che fu il medico a consigliarglielo), la fuoriclasse norvegese dello sci di fondo Therese Johaug è stata condannata a 13 mesi perché comprò personalmente il farmaco senza le necessarie attenzioni dovute a una sportiva del suo rango. Nel caso della campionessa paralimpica Martina Caironi la squalifica è stata ridotta e di fatto comminata al medico che le prescrisse, senza alcuna valutazione del rischio, la sostanza per curare le piaghe sul moncone dell’arco amputato che le provocava forti dolori.

La ricostruzione

Nel caso di Sinner per l’assoluzione è molto probabilmente stata decisiva la ricostruzione dello scenario dopante e con il massaggiatore che avrà ammesso l’uso personale della pomata e con il Tribunale che ha accettato la completa non responsabilità dell’atleta che dovrà essere più attento a scegliere chi utilizzare nel suo staff: i rischi del Trofodermin sono noti a qualunque massaggiatore da almeno vent’anni.

20 agosto 2024 ( modifica il 20 agosto 2024 | 18:35)



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