A due settimane dal raduno alla Continassa, una delle domande più frequenti è: quando torna Bremer?
La cicatrice sul ginocchio è evidente, ma i miglioramenti di più. Gleison Bremer, per l’importanza e la portata del suo recupero, può tranquillamente finire nella lista dei rinforzi della Juventus della prossima stagione. Quasi come un nuovo acquisto. Atteso, fondamentale. La sua non-stagione dell’anno scorso non ha fatto bene a una Madama che spesso dietro si è smarrita. Ha trovato in Gatti un nuovo leader ma quello con più esperienza poteva dare una mano solo nello spogliatoio e poi via in tribuna. Poco, troppo poco. La domanda è più che lecita: come sarebbe stata la stagione bianconera se Bremer non si fosse rotto il crociato dopo i primi 6 minuti di Lipsia-Juve? Pensieri, supposizioni e quei ‘what if’ che vanno avanti da inizio ottobre dai quali nascono gli scenari più rosei. Ma gli esercizi dialettici hanno presto lasciato il passo a quelli svolti in palestra, documentati dallo stesso Gleison che ha tenuto aggiornati i suoi tifosi, juventini e brasiliani, in ogni fase del suo recupero.

FIN QUI
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Tanta palestra, sedute personalizzate, una scheda e un lavoro su misura. Un Bremer focalizzato al massimo si è presto chiuso in sala per un indispensabile lavoro muscolare. Ginocchio monitorato costantemente così come i progressi, elettrodi per la stimolazione locale e cyclette. Il tutto accompagnato dall’affetto smisurato della sua famiglia, la moglie Deborah e la figlia Agatha, dalla fede e da una motivazione fortissima. Sulla via del recupero Bremer ha indossato le pinne per ottimizzare il lavoro in piscina col fine di migliorare la gambata, ha corso sul tapis roulant anti gravità, di quelli con una tecnologia ispirata dalla Nasa che riduce fino all’80% l’impatto della forza gravitazionale sull’atleta quindi riduce il rischio di ricadute senza rinunciare alle sgambate, ha indossato nelle fasi di riscaldamento la maschera ipossica, strumento utile a migliorare la respirazione e le capacità polmonari e che permette di mantenere le prestazioni a un livello di intensità più elevato. Tutti attrezzi e dispositivi al servizio del recupero di un pezzo fondamentale di Juve. Al Mondiale per club non ha giocato; è tornato dagli Usa con zero minuti ma con tanti allenamenti in più in cui ha alternato lavoro in solitaria a lavoro in gruppo. Oltreoceano ha continuato a gestire i carichi, ha toccato il pallone, qualche piccolo contrasto ma niente partitelle, era ancora presto. Ma prima di partire per il torneo statunitense ha anche lavorato con l’Under 23, per iniziare a riprendere confidenza col pallone. Per lui fare gli straordinari non è mai stato un peso.
LE PROSSIME TAPPE
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Ora immaginate un video in alta definizione in slow motion, nel quale viene catturato ogni dettaglio in ogni frame. Un passo sul tapis roulant, una goccia di sudore che scorre sul volto, un muscolo che si tende, pesi sollevati. Aggiungete a quel video qualche smorfia di dolore, uno zoom sullo sguardo concentratissimo sull’obiettivo, poi un sorriso, di quelli che fanno capire che il peggio è passato. Un abbraccio alla moglie, un bacio alla figlia, un pollice alto per ribadire: Sto tornando. Il recupero di Bremer prosegue con ottimismo e cautela, i carichi aumentano di giorno in giorno, ma ora più che mai il difensore vede il traguardo. La parte più buia del tunnel è alle spalle, la luce è lì davanti e in quel bagliore ecco due date cerchiate in rosso sul calendario: il 24 luglio e il 10 agosto. La prima è quella del raduno alla Continassa, il giorno in cui tutta la squadra di Tudor si ritroverà dopo le vacanze per iniziare la preparazione in vista della prossima stagione; la seconda è la data della prima amichevole in programma in Germania, il test di lusso contro il Borussia Dortmund che chiuderà il ritiro di Herzogenaurach. Eccolo il primo importante bivio del percorso di recupero di un Bremer che a Tudor serve quanto e più di un nuovo acquisto. A quel punto mancheranno appena due settimane all’inizio del campionato (Juve-Parma allo Stadium aprirà la stagione bianconera) e soprattutto ne saranno trascorse altrettante – poco più – dall’inizio ufficiale della preparazione e l’auspicio è che il brasiliano a quel punto abbia già dato risposte a tal punto positive da ipotizzare un impiego. Sempre con tutta la cautela del caso. Vietato andare incontro a qualsiasi potenziale rischio di ricadute: una Juve con o senza Bremer fa tutta la differenza del mondo.
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