Inter-River, la storia nerazzurra di Colidio

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La punta argentina, che oggi guida l’attacco del River Plate, ha giocato due stagioni nella primavera nerazzurra. Preso per 7 milioni e rivenduto a 5, sarà uno dei pericoli principali nell’ultima partita del girone

Francesco Pietrella

Giornalista

Nel curriculum di Facundo Colidio c’è una rovesciata da album Panini. Il giorno della sua prima partita da titolare in nerazzurro stregò Luciano Spalletti con un gesto alla Carlo Parola, il ragazzo che ha unito più generazioni grazie a quel tocco d’autore diventato simbolo delle figurine.

cartoline dall’inter

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Oggi Colidio gioca nel River, ha segnato al debutto al Mondiale per Club e giovedì notte, al Lumen Field di Seattle, proverà a pungere i suoi vecchi amici per assicurare agli argentini il primo posto nel girone. Di fronte a lui ci saranno alcuni volti noti. Il primo è Sebastiano Esposito, con cui ha condiviso una decina di partite con la Primavera nel 2018-19, mentre il secondo è Piero Ausilio, il ds che lo notò nel Boca e lo portò ad Appiano per sette milioni di euro. Era l’estate del 2017, quella di Bastoni – lasciato in prestito all’Atalanta – e di Spalletti allenatore. Colidio, argentino di Rafaela, fu presentato come un “crack” soffiato al Real Madrid, allo United, all’Arsenal e ad altri grandi club. Punta di movimento, buona tecnica, una foto con Messi su Instagram. Il classico repertorio del ragazzo sudamericano sbarcato in Italia per farsi notare. Colidio aveva 17 anni e fu affidato alla guida di Stefano Vecchi in Primavera. Il 5 novembre 2017, alla prima da titolare contro il Verona, segnò in rovesciata sotto gli occhi di Spalletti.

il percorso nerazzurro

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Stagione da protagonista la sua: quell’anno vinse la Supercoppa di categoria con due gol in finale, il campionato Primavera dopo aver graffiato la Fiorentina all’ultimo atto e anche il Torneo di Viareggio, anche se saltò le gare a eliminazione diretta per via della nazionale. Bilancio positivo: 32 partite, due assist, nove gol e un’esultanza che si porta dietro ancora oggi. Una “C” mimata con le mani in onore di Clara, la sua fidanzata storica. Nel 2018-19 ha collezionato tre panchine in prima squadra – sempre con Spalletti – 12 gol, sei assist e due finali perse, la Supercoppa e il campionato Primavera. S’è fatto notare in Youth League con due gol al Barcellona di Ansu Fati. Il filo coi nerazzurri si è interrotto nel 2019, quando i piani alti lo spedirono a Sint-Truiden, in Belgio, dove segnò tre gol in due anni e poi tornò a San Siro per fare la comparsa. A gennaio 2022 è volato al Tigres, in Argentina, dove ha fatto coppia in avanti con Retegui. L’Inter l’ha ceduto nel 2023 per 5 milioni, poi è arrivato il River. Negli ultimi due anni ha segnato 25 gol e ha vinto due trofei, tra cui il campionato argentino. L’Inter è un ricordo lontano e felice dove ha incrociato diversi volti: Zaniolo, Zappa, Esposito, Corrado, Mulattieri, Bettella, Salcedo e anche Odgaard, che quest’anno ha vinto la Coppa Italia col Bologna. Un’altra vita. 



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