Inter, una rimonta argentina. Carboni: “Un gol per la mia famiglia”

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I due calciatori albicelesti trascinano i nerazzurri contro l’Urawa. “Dobbiamo sporcarci le mani”, ha detto il Toro. Valentin non giocava da ottobre 2024 per via dell’infortunio

Francesco Pietrella

Giornalista

La nave interista ancorata a Seattle batte bandiera argentina. Il primo successo dell’era Chivu è all’insegna del Sol de Mayo: 2-1 all’Urawa in rimonta grazie ai gol di capitan Lautaro e di San Valentin Carboni, pupillo del mister. I due argentini dalle storie diverse planati negli Stati Uniti per riscattarsi. Il più giovane non giocava da 260 giorni – 4 ottobre 2024 col Marsiglia – e non segnava addirittura da 532. L’ultimo gol l’aveva siglato a Frosinone più di un anno fa. Era il 6 gennaio 2024. Per ritrovare il sorriso s’è dovuto imbarcare per l’America e imbucare un numero giapponese col destro, piangendo subito dopo. “Ho sofferto molto in questi mesi – ha detto a fine gara -. Lo dedico alla mia famiglia e alla mia fidanzata”.

lautaro in rovesciata

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A Lautaro il mutismo è servito, invece. Dopo la batosta di Monaco e i cinque schiaffi incassati dal Psg non ha parlato per una settimana. Si è presentato in America con gli occhi della tigre per scrollarsi di dosso la delusione e far vedere a Chivu che il Toro è pronto a caricare: due gol in due partite. Il primo a porta vuota contro il Monterrey, il secondo in rovesciata contro l’Urawa Red Diamonds. I giapponesi hanno difeso con un blocco basso lasciando il pallone all’Inter. I nerazzurri sono andati sotto e poi hanno rimontato. “Dobbiamo sporcarci le mani ed essere umili. Gli altri hanno il cuore. In tornei così corti dobbiamo crescere in questo aspetto”. Lautaro ha scosso la squadra all’intervallo e poi s’è infilato i panni del risolutore: la rovesciata – un tocco al volo sugli sviluppi di un angolo dalla destra di Barella – è un gesto tecnico da incorniciare. “Non l’ho neanche visto – ha dichiarato col sorriso -, l’ho pensato. E quando lo vuoi è tutto più facile”. 

carboni is back

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La storia di Carboni è differente.  Chivu l’ha allenato nelle giovanili, lo conosce fin da ragazzino e anni fa, in Primavera, lo aggregò a gente di due anni più grande per farlo uscire dalla comfort zone. “Bisogna metterli in difficoltà e vedere come reagiscono”. Non male. Da mezzala offensiva, dietro all’amico Pio Esposito, ha calciato un paio di volte in porta e si è fatto notare per personalità. Ha segnato il gol vittoria con un piattone finito dritto all’angolino. Il tutto dopo otto mesi senza giocare per via di un brutto infortunio rimediato col Marsiglia. Una lesione al legamento crociato che gli ha fatto saltare tutta la stagione. “Mi sono emozionato per lui”, ha detto Chivu. Dietro questo gol c’è la sua fiducia.



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