La squadra emiratina ha già battuto i bianconeri in amichevole 22 anni fa: in campo c’erano Buffon, Trezeguet, Del Piero e… Tudor
Come un derby. Al debutto al Mondiale per club la Juve è attesa… dalla “Juventus degli Emirati”. Per palmares (14 titoli nazionali, 7 Coppe nazionali, 2 Coppe di Lega e 5 Supercoppe e due Champions League asiatiche) e importanza della proprietà (lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan, fratello di quel Mansour che dal 2007 possiede il Manchester City), infatti, l’Al Ain è il club più importante del suo paese. E il soprannome della squadra “Al Zaeem” (“il boss”), ha un richiamo simile a quello della “Signora” bianconera. Ma non sarà una sfida particolare soltanto per questo: in mezzo al deserto, al confine orientale tra Emirati Arabi Uniti e Oman, in una squadra che è una multinazionale (i 33 convocati sono di 16 nazionalità diverse) c’è un pezzo d’Italia e di (ex) Serie A.
al ain-juve, la sfida di tudor
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L’Al Ain si è qualificato al Mondiale per club vincendo la Champions League asiatica del 2024. Merito di… Hernan Crespo, vecchia conoscenza del nostro campionato, che ha guidato gli emiratini in quella stagione. Ora, però, sulla panchina siede il serbo Vladimir Ivic, giramondo che ha allenato in Russia, Serie B inglese, Israele e Grecia. E qui c’è il primo derby, tutto di Igor Tudor. Era il 2016 quando l’attuale tecnico della Juve fu esonerato dal Paok Salonicco per gli scarsi risultati (fatale fu una sconfitta per 2-1 contro il Panthrakikos) e “commenti denigratori sulla qualità della squadra”. Tudor, infatti, qualche giorno prima, aveva paragonato in modo poco positivo i suoi migliori giocatori con quelli della capolista Olympiakos. A subentrargli fu proprio Ivic, allora allenatore della Primavera, che avrebbe poi guidato i bianconeri di Salonicco prima alla qualificazione ai playoff di Champions League e, poi, nella stagione successiva, alla vittoria della Coppa di Grecia.
gli italiani all’al-ain
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La partita di stanotte a Washington contro la Juve sarà un derby anche per Matteo Lombardo, assistente del tecnico serbo, ma pure allenatore dell’Under 23 (con cui ha vinto il campionato locale) e responsabile tecnico del settore giovanile del club emiratino. Quarant’anni, ex calciatore nel settore giovanile dell’Inter (ha partecipato ai ritiri estivi con Mancini nella seconda metà degli anni Duemila) ed ex allenatore delle giovanili nerazzurre, è all’Al Ain dal 2022 e ha già formato una piccola colonia: con lui ci sono lo scout Daniele Di Napoli, l’allenatore dell’Under 16 Fabio Sacco e alcuni altri collaboratori e analisti. Una strada, quella tra Italia e “la Juve degli Emirati Arabi” aperta nel 2007 da Walter Zenga, al momento primo e unico tecnico azzurro ad aver allenato l’Al Ain.
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al ain, i giocatori principali
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“Niente paura” è stato il grido di battaglia dei giocatori emiratini alla vigilia. Magari qualcuno avrà ricordato loro (come ha fatto un giornalista degli Emirati Arabi Uniti a Tudor) l’unico precedente contro la Juve: a gennaio del 2003, quando la squadra allora allenata da Marcello Lippi, e con in campo gente del calibro di Buffon, Ferrara, Conte, Nedved, Del Piero e Trezeguet, perse per 1-0 in amichevole. “Vorrà dire che ci rifaremo qui”, ha tagliato corto il tecnico bianconero, che in quell’occasione di 22 anni fa giocò soltanto il primo tempo prima di essere sostituito da Davids (“la differenza di condizione fisico-atletica tra i due si sente”, fu la chiosa della Gazzetta dell’epoca). Comunque, indipendentemente da quel che accadde allora, la squadra di Ivic non sarà da sottovalutare. Nonostante venga da un deludentissimo quinto posto nel campionato nazionale. In porta c’è l’ex Atalanta e Roma Rui Patricio (10 gol subiti e una sola vittoria in 7 sfide coi bianconeri), ma è davanti che possono arrivare i pericoli maggiori. Il marocchino Soufiane Rahimi, seppur da fuori quota, è stato il capocannoniere delle Olimpiadi di Parigi 2024, nelle quali ha trascinato il Marocco a uno storico terzo posto, mentre il togolese Kodjo Laba, molto abile di testa (già 8 gol su 20 segnati così in stagione, mentre la Juve in questo fondamentale è la peggiore delle europee che partecipano al Mondiale), con 140 reti in 180 partite è il secondo marcatore della storia dell’Al Ain. Neanche a farlo apposta, davanti a un alto ex Serie A: il ghanese Gyan Asamoah.
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