Il nigeriano del Napoli, ora in prestito al Galatasaray, è un sogno della Juventus ma la clausola è valida solo per l’estero: tutto pur di evitare un Higuain-bis
“Valida solo per l’estero” oppure “anti-Italia”? Cambierebbe la forma ma non la sostanza: la clausola di Victor Osimhen di fatto guarda lontano e dribbla le dirette concorrenti di un Napoli che, da Higuain alla Juventus, preferisce vedere i suoi pezzi pregiati in squadre straniere anziché in quelle contro cui si gioca titolo o Europa ogni settimana in campionato. È chiaro, non è che per le società della Serie A spunti il cartello di divieto, ma che la strada per l’obiettivo sia più tortuosa è innegabile. La clausola è quel meccanismo secondo il quale – una volta trovato l’accordo col giocatore in questione su stipendio e durata del contratto – paghi e prendi. Shopping puro. Quando invece questa non è prevista, c’è da dialogare con chi deve vendere, si innescano quei meccanismi di richiesta e offerta e il mercato si esprime in tutta la sua forza strategica.
le soluzioni estere
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Per prendere Osimhen a un club straniero servono 75 milioni. A una società italiana sicuramente di più: si parte dai 100, che possono scendere a 80/90 qualora si trovi un’intesa appagante, un pagamento senza super dilazioni che irrigidiscono il venditore e inevitabilmente la volontà fortissima del giocatore in questione di sposare la nuova causa. Se non è una missione impossibile, poco ci manca. Anche perché Osimhen – che ora si gode le vacanze in Nigeria e lo spettacolo dei rumors e fuochi d’artificio mercatari con il suo nome al centro – piace, eccome, oltre i confini della Serie A. Il Galatasaray sarebbe felicissimo di trattenerlo dopo una stagione da 26 gol in 30 partite di campionato; tuttavia i turchi al momento hanno i 12 milioni all’anno di ingaggio che chiede l’attaccante ma non i 75 che vuole il Napoli. O meglio, l’intenzione è di provare a limare questa cifra oppure di pagarla a rate ma le parole sconto o maxi dilazione non fanno parte del vocabolario azzurro in questo caso. Poi c’è sempre l’Arabia e quell’Al Hilal che dieci giorni dopo il primo no dell’attaccante a 35 milioni annui di ingaggio è pronto a tornare alla carica. Insistere e rilanciare sarà la strategia giusta? Per adesso, siamo solo a metà giugno, per Osimhen è presto per dire sì ai sauditi visto che ad ora la volontà di restare competitivo in Europa è più forte delle tentazioni economiche, per quanto mostruose. Una chiamata dalla Premier League sarebbe la più gradita. Che sia dal Manchester United, in cerca del grande colpo e del grande nome per rilanciarsi dopo una stagione horror, o dal Chelsea che si era palesato anche alla fine dell’estate scorsa, importerebbe il giusto: il campionato inglese è il sogno dell’attaccante e dall’altro lato ingaggio e costi non sarebbero impossibili da sostenere. Un po’ come per il PSG, lì dove il mercato lo fa quel Luis Campos che è un grande estimatore di Osimhen fin dai tempi del Lilla.
l’italia
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E l’Italia? La Juve ci pensa eccome a Osimhen in caso di partenza di Vlahovic. Per Tudor sarebbe l’attaccante giusto, per il neo dg Comolli anche; l’alternativa perfetta al serbo (come Gyokeres). Gol, sostanza, carisma e quel passato in Serie A che lo rende già conscio delle difficoltà delle difese e del campionato italiano in genereale ma che in sede di mercato diventa allo stesso tempo ostacolo. A Napoli eviterebbero volentieri un Higuain-bis. I sondaggi continuano ma anche se Madama dovesse trovare l’intesa su stipendio e durata del contratto col giocatore (che conserva il diritto di usufruire del decreto crescita) dovrebbe poi andare a dialogare con De Laurentiis e 75 milioni non basterebbero.
la forza del napoli
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Non stupisce comunque che un club inserisca una clausola rescissoria valida soltanto per l’estero. Azzurri a parte, anche Icardi ad esempio aveva una postilla simile nel suo contratto con l’Inter. In questo affaire Osimhen il Napoli è la parte forte, fortissima, e in questa posizione ci si è messo proprio grazie a quella riga di clausola che accontenterebbe economicamente De Laurentiis, il quale è riuscito anche a scampare il pericolo di perdere a zero Osimhen: qualora infatti nessuno paghi la clausola, il Napoli ha un’opzione per prolungare il contratto del giocatore per un’altra stagione, dunque fino a giugno 2027. Insomma, nessuna fretta. Ma meglio se la telenovela regalerà i suoi titoli di coda entro metà luglio, ovvero prima del ritiro del Napoli al quale altrimenti dovrebbe presentarsi il tesserato Osimhen. Meglio ancora se il tutto dovesse finire ancora prima, cioè entro fine mese: una cessione entro il 30 giugno permetterebbe alla società di mettere a bilancio il super colpo Osi in uscita in questa stagione.
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