Il Liverpool ha strapagato il centravanti uruguaiano tre anni fa: ha lottato tanto, ha sbagliato tanti e ora è finito sul mercato. Ma il Milan già a gennaio ha investito nello stesso ruolo, e…
L’importante – auspica l’intero mondo rossonero – è che se l’affare andrà davvero in porto, non finisca come con Origi. Darwin Nunez negli ultimi giorni è diventato un nome caldo per l’attacco del Diavolo e l’asse Liverpool-Milanello inevitabilmente riporta a galla uno dei più grandi flop dell’era moderna milanista: soldi gettati dalla finestra per uno spreco tutt’ora in atto (confidando che in via Aldo Rossi nelle prossime settimane trovino il modo di liquidare e sbolognare il belga, in scadenza nel 2026). Nel caso di Nunez, peraltro, la base di partenza sarebbe decisamente diversa. Origi arrivò a parametro zero, Darwin arriverebbe sulla base di un costo vivo notevole per il cartellino. Diciamo non meno di 45-50 milioni, per il semplice motivo che il Liverpool tre anni fa pagò per lui al Benfica 75 milioni di parte fissa, a cui ne vanno aggiunti 25 di bonus. In altre parole: l’acquisto, a quel tempo, più costoso nella storia dei Reds (fra poco lo diventerà Wirtz). All’epoca si discuteva persino su chi fosse più forte tra lui e Haaland, approdato a Manchester nella stessa estate. Un acquisto che, dopo un avvio promettente, non ha mantenuto le premesse. Come un palloncino che perde gradualmente aria.

