Due sconfitte di misura contro buone squadre, ma di seconda fascia. Dea, un rigore assurdo, ma partita sottotono. Rossoneri poco incisivi
Due sconfitte di misura, ma per quel che si è visto in campo entrambe meritate. La qualificazione agli ottavi è ancora possibile per Milan e Atalanta, ma in Europa, anche contro formazioni di seconda fascia come Feyenoord e Bruges, il compitino non basta. E tra una settimana servirà molto di più di quanto mostrato ieri sera se si vorrà evitare la grande delusione di dover abbandonare la Champions League. Olandesi e belgi hanno giocato meglio questa andata dei play off, ma più delle qualità degli avversari hanno pesato le prestazioni sottotono collettive e individuali di Milan e Atalanta. Conceiçao non ha ancora trovato la cura per i problemi rossoneri che continuano ad essere altalenanti. Gasperini sta faticando a ritrovare la sua vecchia Dea: dopo la striscia di 11 vittorie consecutive, i nerazzurri sono entrati in una fase meno brillante di prestazioni e di conseguenza di risultati.
È mancato tutto
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La serata del Milan è partita subito male con il gol subito al terzo minuto. Ma ce n’erano altri 87 per aggiustare le cose. E invece è mancato un po’ tutto: il gioco corale, l’intensità, l’aggressività, l’incisività, gli spunti individuali. Sono stati persi quasi tutti i duelli difensivi e offensivi, come ha ammesso con onestà Conceiçao a fine partita. I “fab four” in avanti stavolta hanno steccato: male Pulisic, poco pericoloso Felix, spento Gimenez, leggermente più vivo Leao che però ha sbagliato quasi sempre le scelte finali. Il livello in Europa è molto più alto rispetto al calcio proposto da tre quarti della squadre di serie A. Una cosa è brillare contro l’Empoli (con tutto il rispetto per i toscani), un’altra affrontare il Feyenoord (e non stiamo parlando del Liverpool o del Real Madrid…). Non bastano le qualità tecniche, serve costanza, carattere, mentalità. Il lavoro per Conceiçao non manca. Dal suo arrivo si sono viste alcune cose buone e altre molto meno. Non bastano le reazioni con risultati trovati spesso nel finale e il coraggio di mettere insieme tanti giocatori offensivi: al Milan mancano ancora identità, continuità e soprattutto un gioco convincente. Vale la pena ricordare però che il tecnico portoghese è arrivato da un mese e mezzo ed è giusto dargli tempo. Nota di colore a margine: l’abito non fa il monaco, si possono portare capelli colorati e poi essere decisivi in campo, ma rivedere Theo Hernandez con la chioma fosforescente dà l’idea di chi non è esattamente centrato sul decisivo momento della squadra: sappiamo che dirlo ci può facilmente far passare per boomer.
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poco europea
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È tanta l’amarezza con cui l’Atalanta torna dal Belgio. Il rigore subito dopo il 90’ è surreale. Ma sarebbe sbagliatissimo per la Dea concentrarsi solo sull’incredibile decisione dell’arbitro. Deve invece analizzare con attenzione la partita, perché il Bruges ha giocato meglio e meritato la vittoria. Dominanti i belgi nella prima mezz’ora in cui l’Atalanta è apparsa sorpresa dal ritmo e dall’intensità degli avversari che però hanno rallentato nell’ultimo quarto d’ora permettendo il ritorno dei bergamaschi che hanno pareggiato. Nella ripresa il Bruges ha ripreso le redini. Retegui ha avuto la chance del vantaggio, prima dell’arroventato finale che ha fatto infuriare Gasperini. L’Atalanta, che fino ad oggi aveva espresso tra le italiane il gioco più convincente, stavolta è stata poco europea in campo. I suoi giocatori però da De Roon a Pasalic hanno mostrato maturità a fine gara quando non si sono soffermati troppo sul rigore e invece hanno ammesso che la prestazione è stata sottotono e che al ritorno tra una settimana si dovrà fare molto di più. Gasp predica prudenza evidenziando il valore degli avversari (“non sarà semplice superare con due gol di scarto”), ma per chi ha visto l’Atalanta brillare spesso nelle coppe, la sensazione è che se riuscirà a ritornare ai suoi alti standard la qualificazione agli ottavi resta assolutamente alla portata. Uscire ai playoff dopo aver steccato in Supercoppa ed essere già usciti dalla Coppa Italia, inizierebbe a far vedere il bicchiere della stagione mezzo vuoto, anche se l’obiettivo primario del club è centrare per l’ennesima volta un posto nella prossima Champions. Ma è inutile e malaugurante fasciarsi la testa prima del tempo. A Bergamo lo stadio sarà un catino e se Gasp riuscirà a recuperare anche Lookman, il risultato si può ribaltare senza bisogno di imprese. Restiamo ottimisti, Milan e Atalanta possono passare: tra una settimana il responso.
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