Dallo scounting ‘scientifico’ con osservatori in tutto il mondo e registrazioni VHS allo stadio di proprietà. La famiglia Pozzo ha costruito una squadra cosmopolita ma con un zoccolo duro di italiani che per anni è stata la regina delle provinciali
Nei trentanove anni di governo Pozzo (1986-2025), l’Udinese è stata il laboratorio d’Italia, la piccola Nasa di provincia dove si lavorava per anticipare il futuro. La password per entrare nel mondo-Udinese è custodita in una parola: lungimiranza, ovvero quella capacità di vedere lontano. Udine è stata la culla di un club che ha fatto dell’innovazione la propria cifra, uno scatto in avanti senza tuttavia perdere la marcata identità friulana, la tradizione, le radici. Evitando saggiamente di rincorrere futili sogni di grandeur che si sono rivelati il cappio al collo di altre società travolte da bilanci in rosso, l’Udinese, con la sua gestione familiare e i suoi fatturati in attivo, si è distinta proprio per l’abilità nello smarcarsi da un certo modo, comodo e pigro, di “fare calcio” in Italia.