Milan, il rapporto tra Tare e Ibrahimovic: i retroscena

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I due avevano lo stesso ruolo e credono nella cultura del lavoro: gli equilibri interni ai rossoneri

Marco Pasotto

Giornalista

Igli Tare e Zlatan Ibrahimovic. Nelle prossime ore avverrà l’insediamento e i due inizieranno a condividere gli stessi spazi, lo stesso ambiente, le stesse riunioni operative, anche se con ruoli molto diversi. Ma quale sarà (potrebbe essere) il loro rapporto? Lo scorrere delle settimane farà chiarezza sotto questo aspetto, ma si può iniziare senz’altro col dire che, a prima vista, sicuramente non emergono potenziali criticità a prescindere. Anche perché Tare e Ibra si portano dietro due mondi che non hanno avuto particolari collegamenti. Tranne che in campo, ovviamente.

approccio

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Lì c’è una base di partenza comune indiscutibile: tutti e due centravanti, tutti e due con un carattere forte, tutti e due matti per il gol, tutti e due estremamente seri nell’approccio alla professione. Ma ci sono anche altri punti in comune: per esempio il fatto che abbiano iniziato la carriera dirigenziale appena dopo aver dato l’addio al calcio giocato. Lotito convinse subito Tare a sistemarsi dietro una scrivania, e così ha fatto Cardinale con Ibrahimovic. A separarli, semmai, è l’anagrafe. Praticamente una generazione: Igli è classe ’73, Ibra un ’81. Il primo ha smesso di giocare nel 2008, a meno di un mese dal suo 35° compleanno, il secondo ha sfidato l’immortalità calcistica ritirandosi – con grande fatica – a 41. Quando Igli smetteva, Ibra vinceva scudetto e classifica marcatori con l’Inter. Questo è il grande solco temporale che li separa nelle rispettive professioni attuali: Tare è un ds navigato, forgiato da un datore di lavoro esigente e complesso come Lotito, mentre Ibra è un neofita in fase di apprendimento, reduce da una stagione di grande sofferenza professionale anche in termini personali, legato peraltro alla proprietà del club e non al club in sé.

stima

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I due comunque di base si sono sempre stimati, riconoscendosi probabilmente nella medesima visione del lavoro. Gente esigente, che crede nella disciplina e che pretende molto, ma allo stesso tempo offre supporto. La prima volta che si sono visti nelle nuove vesti è stato a Londra a inizio marzo, quando Tare, Cardinale e Ibra si misero per la prima volta attorno allo stesso tavolo cercando di capire se avrebbero potuto condividere un percorso. Da allora sono cambiate diverse cose all’interno del Milan. La stagione, complicata già all’epoca, è definitivamente precipitata e uno degli effetti collaterali è stata la scomparsa pubblica quasi totale di Ibrahimovic. Lo svedese resta seduto sulla sua poltrona di super consulente del mondo rossonero, ma gli equilibri nella pancia del Milan andranno rimodulati e soprattutto chiariti. Specialmente adesso che sta per arrivare un nuovo dirigente, con mansioni ben specifiche. I due ex centravanti stanno per ritrovarsi in giacca e cravatta sotto lo stesso tetto.



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