Una cavalcata trionfale inattesa. Nove mesi fa il Mantova era retrocesso in D ora è tutto pronto per la Serie B. A cinque giornate dalla fine con 9 punti di vantaggio sul Padova (78 a 69), una partita in meno e la superiorità nello scontro diretto, basta una vittoria stasera in casa con l’Atalanta Under 23.
Premonizioni
L’estate scorsa, quando 4.200 tifosi sottoscrissero l’abbonamento al Mantova Calcio per l’ ennesima stagione di serie C, c’era qualcosa nell’aria: un profumo antico, fragranza di serie B. Mai da 14 anni, ultima presenza tra i cadetti, tanti abbonati in una città di 49 mila abitanti. Eppure il Mantova 1911, nome ufficiale, dieci mesi fa aveva appena concluso un campionato disastroso, specchio della grigia gestione targata Maurizio Setti, presidente anche dell’Hellas Verona: retrocessione sul campo in Serie D, ripescaggio in estate.
L’alchimia perfetta
È in quel momento che nasce l’alchimia perfetta tra un presidente, Filippo Piccoli, 51 anni, e un allenatore, l’ex bomber Davide Possanzini, 48, entrambi all’esordio in “autonomia”. Piccoli per aver appena acquisito il controllo del club e Possanzini, proveniente dalla Primavera del Brescia e da una lunga militanza come vice di Roberto De Zerbi, alla prima stagione da numero uno in panchina. Ma un ruolo chiave nel plasmare la rosa l’ha avuto il direttore tecnico Christian Botturi, ex dirigente del settore giovanile di Inter e Brescia, anche lui “neoacquisto”.
L’energia della nuova proprietà
La data della svolta definitiva negli assetti è il 31 luglio 2023 quando Piccoli liquida Setti e va al controllo pressoché totale del club. Non è un dettaglio notare che la veronese Fp73, cassaforte societaria dell’imprenditore (vendita di gas ed elettricità nel mercato libero con il marchio Sinergy), aveva appena chiuso il bilancio 2022 con un fatturato consolidato raddoppiato a 224 milioni e un utile a 9,5 milioni (4,3 nel 2021). Spalle larghe non significa buttare il denaro ma dà sicurezza, anche per i budget sportivi.
La ipno-zona
Il Mantova domina il girone. Da fine novembre si piazza al primo posto e non lo molla più, allungando fino a 12 punti di vantaggio sulla seconda. La sua ipno-zona diverte, fa scuola e porta ogni volta 6-7mila tifosi allo stadio. Le due avversarie più toste e costruite per salire subito in serie B, Vicenza e, soprattutto, Padova, vengono surclassate in scioltezza anche a casa loro: 2-0 a Vicenza e 5-0 al Padova, fin lì imbattuto.
L’asse Verona-Mantova
Ora la B. E chissenefrega – dicono i mantovani – se Piccoli è tifoso, fin da giovane, e main sponsor con Sinergy dell’Hellas Verona. Le due tifoserie si amano come cane e gatto ma agli atti della curva, ritagliata e sottolineata, c’è un’intervista recente dell’imprenditore all’Arena, il giornale di Verona. Alla domanda <chi butti giù dalla torre> (Meglio il Verona salvo in A o il Mantova promosso in B?) la risposta è stata sofferta ma chiara: <Imbarazzante. Direi il Mantova in B. Con dispiacere>. Al netto dell’imbarazzo e del dispiacere, è la risposta che i tifosi mantovani volevano sentire dal loro presidente biancorosso con sfumature gialloblu. E non il contrario come cromaticamente appariva il predecessore Setti. Poi l’anno prossimo, è l’augurio ironico della curva, il dilemma potrebbe riproporsi in B con il derby biancorossogialloblu. Piccoli contro Setti.
Le perdite ripianate
I due, in ottimi rapporti tra loro, hanno sciolto il legame societario nel Mantova quando il 31 luglio scorso, appunto, il presidente dell’Hellas ha ceduto a Piccoli, che già aveva una quota analoga, il suo 46,5% per 1,55 milioni. A novembre, poi, con la squadra al vertice della C, Piccoli ha ripianato le perdite della stagione precedente (3,4 milioni al 30 giugno 2023) e quelle ulteriori fino al 30 settembre (242mila euro), azzerando il capitale e ricostituendolo a 606mila euro.
Un uomo solo al comando
Ciò che spicca nella governance del gruppo Piccoli (33 dipendenti) è che c’è un solo uomo al comando. Tecnicamente l’imprenditore non è presidente del Mantova, o della Fp73 o delle società operative Olimpia, Verona Service, Tua (tutte srl) che realizzano oltre 220 milioni di fatturato, perché ciò presuppone che presieda un consiglio di amministrazione. Ma un cda non esiste né nel Mantova né nel resto del gruppo. C’è solo lui, ovunque: amministratore unico. A debiti per 72 milioni, di cui 21 verso banche e 24 con fornitori, fanno riscontro disponibilità liquide, sempre nel consolidato, per 43 milioni che in parte si sono create portando a riserva gli utili.
Calcio e giornali
Il Mantova 1911 è lì in mezzo, autonoma e al sicuro. L’asse lombardo-veneto tra Verona e Mantova, separate da 35 minuti di auto, si è ulteriormente rafforzato con l’operazione che sempre l’estate scorsa ha portato il gruppo Athesis della Confindustria di Verona e Vicenza ad acquistare dalla Gedi (Exor-Elkann) la Gazzetta di Mantova. Il club biancorosso del veronese Piccoli sta chiudendo dunque una stagione trionfale, la più esaltante dai tempi (2006) dello spareggio-promozione per la Serie A perso con il Torino. E non è più una succursale dell’Hellas Verona.
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