Vignola: “Io, la Juve, Platini, Boniek, Avellino, la Coppa delle Coppe e…”

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Dall’Irpinia a Torino, l’eroe della finale di Coppa delle Coppe 1984: “Un gol e l’assist a Boniek, quella notte ho dormito con il trofeo. La foto in cui sono tra quei campioni sembra un fotomontaggio. Oggi faccio il nonno, e se mia moglie dice che sono pigro rispondo…”

B iondo senza averne l’aria, fisico all’apparenza gracile, ma scontornato col fil di ferro: un passerotto da combattimento, tutto istinto e leggerezza, molto fiato e altrettanto fosforo. Piede sinistro vellutato, ora dedito al ricamo e ora incline alla saetta improvvisa. Negli Anni 80 è stato re ad Avellino, in tempi in cui la provincia del calcio italiano aveva diritto di cittadinanza in Serie A, e poi principe alla Juventus, nel nobile ruolo di vice-Platini. Fosse nato in Francia, sarebbe noto come Benjamin Vignolì; ma è di Verona, quindi Beniamino Vignola. Spoiler: Beniamino solo all’anagrafe e nelle figurine dell’album Panini. Fin da piccolo lo chiamano tutti Franco.

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