Col tecnico tedesco il centrocampista delle Canarie ha ritrovato una grande condizione e continuità. E i compagni assicurano: “È da Pallone d’oro”
q ualche giorno fa sono tornati a chiederglielo: “È vero che hai fatto un provino con il Real Madrid e che ti hanno scartato?”. E lui: “Sì sì. Ci rimasi male, ovvio. Vai lì pieno di speranza e ti dicono che no, che non sei abbastanza bravo. Ero un bambino, queste cose fanno male. Però oggi quella bocciatura è una cosa lontana, e la vedo come un segno del destino. Quel no mi ha permesso di arrivare al Barcellona, il club della mia vita”. Il racconto è di Pedro Gonzalez Lopez, per tutti solo Pedri. Il miglior giocatore del Barcellona di Flick, quello che muove i fili, dà ordine, stura le partite intasate. Tutto passa da lui, tutto dipende da lui. E infatti gioca sempre. Flick l’ha fatto riposare a Dortmund perché nell’andata dei quarti di finale col Borussia il Barça aveva vinto 4-0, e per poco ci lascia le penne. Ha dovuto farlo entrare di corsa per limitare i danni.
