Barcellona-Inter, Thuram e Dumfries in campo per Inzaghi

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Dopo Bologna, derby e Roma la squadra di Inzaghi è attesa a un’inversione di marcia: i due big sono appena rientrati, ma devono giocare per forza

Marco Fallisi

Giornalista

Gli appelli sono finiti e tre scrutini andati in cenere devono bastare. Perché di tempo, dopo Bologna, derby e Roma, davvero non ce n’è più: la fumata bianca dovrà arrivare al quarto tentativo, il più difficile di tutti nella grande notte di domani a Barcellona. O habemus Inter, o quella che sarebbe potuta diventare una stagione indimenticabile rischia di passare alla storia come uno “zeru tituli” da incubo. E allora Inzaghi raccoglie uomini e forze, lavora di testa e di tattica perché sì, la sua storia all’Inter insegna che lui e i suoi uomini hanno tirato fuori il meglio in situazioni da spalle al muro, ma la crisi di oggi è un inedito per tutti, semplicemente perché l’Inter non l’aveva mai vissuto da quando Simone si è messo alla guida: l’ultima volta in cui i nerazzurri ne avevano perse tre di fila tra A e coppe era stato nel 2017 e in panchina c’era Spalletti. C’erano, anche e soprattutto, obiettivi totalmente diversi da inseguire.

MILAN, ITALY - APRIL 27: Head Coach of FC Internazionale Simone Inzaghi talks with Piotr Zielinski during the Serie A match between Inter and Roma at Stadio Giuseppe Meazza on April 27, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Mattia Ozbot - Inter/Inter via Getty Images)

L’Inter di oggi, pur col morale sotto i piedi e le gambe molli, può ancora scartare il biglietto d’oro di Willy Wonka e volare verso la finale di Monaco, per cercare gloria con la coppa più bella. Per farlo esiste una strada sola: in quarantott’ore dovrà essere di nuovo vera Inter. Che poi è quella che in Europa ammirano da settembre: City, Arsenal e Bayern, per citarne qualcuna, ne sanno qualcosa. Proprio dopo aver eliminato i tedeschi, capitan Lautaro diceva orgoglioso che l’Inter «ha due c… così. Noi non molliamo, con personalità, cuore, testa. Abbiamo sofferto, ma abbiamo dimostrato di poter fare grandi cose». Ecco, quelle parole sono il manifesto di tutto quello che lui e i compagni dovranno ritrovare domani sera. 

I big e l’incognita

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 Poi ci sono gli uomini, certo, ed è da loro, da quelli che hanno aperto il ciclo vincente e da chi si è aggiunto strada facendo continuando a vincere, che per il primo atto di questa semifinale Inzaghi potrà ricostruire la sua Inter. Più o meno tutto il blocco dei titolarissimi sarà della partita, a cominciare da Bastoni e Mkhitaryan, squalificati con la Roma. L’azzurro e l’armeno sono rispettivamente il secondo e il quarto giocatore di movimento più utilizzati in stagione da Inzaghi e si presenteranno all’appuntamento di Montjuic più freschi degli altri: non è poco di questi tempi. Anche perché con la Roma il tecnico ha dovuto spremere gli altri big, da Lautaro a Calhanoglu e Barella. Ma la questione, oltre che fisica, è mentale e allora va da sé che saranno proprio loro i leader ai quali Simone chiederà di indicare la via, come e più del solito: l’esperienza e lo spirito di sacrificio che hanno contraddistinto il cammino dell’Inter in questa Champions sono il miglior scudo da contrapporre al talento e alla freschezza dei ragazzi di Flick. La vera incognita, piuttosto, abita a sinistra, perché la versione attuale di Dimarco, mai così sofferente – e assente ingiustificato sui gol di Kane, Orsolini, Jovic e Soulé –, autorizza Inzaghi a ragionare sulla possibilità di presentarsi a Montjuic con Carlos Augusto piazzato di fronte a quell’iradiddio di Lamine Yamal. Siamo oltre il semplice ballottaggio d’ufficio: il brasiliano che ha brillato all’Allianz Arena sale nel borsino. 

Denzel e Marcus

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 Sull’aereo per la Spagna saliranno Dumfries e Thuram: il loro Barça-Inter è cominciato da angolazioni diverse – il primo dentro nella ripresa l’altro giorno, il secondo al lavoro ad Appiano – ma le strade potranno incontrarsi a Montjuic. Perché l’olandese, dopo la mezz’ora di rodaggio con la Roma, è pronto a partire titolare, mentre Marcus corre con fiducia. Ieri ha lavorato con successo anche sui cambi di direzione; oggi si allenerà in gruppo, poi partirà per Barcellona con l’immancabile cuscino sotto braccio. Inzaghi lo impiegherà, questo è certo, resta da capire come. Non è da escludere una partenza dall’inizio, come col Bayern, come in tutte le grandi notti dei nerazzurri. Se vera Inter dev’essere, del resto, prescindere dalla ThuLa proprio non si può



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